La Lega presenta un’interrogazione a Meloni su Patrick Zaki: «Fomenta il terrorismo di cellule dormienti»

Il firmatario è il deputato Luca Toccalini, capo del movimento giovanile del Carroccio. Il testo, oltre alla premier, è indirizzato a Piantedosi e Nordio

Una frase, «Netanyahu è un serial killer», che gli era costata la cancellazione di diversi eventi e il rinvio dell’ospitata nella puntata di esordio di Che tempo che fa, da Fabio Fazio. E se la “crisi” con il conduttore della trasmissione traslocata sul Nove sembra rientrata, non si sono placati gli attacchi del centrodestra a Patrick Zaki. L’ultima invettiva non arriva tramite una dichiarazione alle agenzie stampa o un post condiviso sui social. Ma è un atto depositato alla Camera dei deputati dall’onorevole Luca Toccalini. Il leghista, numero uno del movimento giovanile del partito, è il firmatario di un’interrogazione rivolta alla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, e al ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Ai tre esponenti del governo, il deputato chiede «quali iniziative il Governo intenda adottare al fine di garantire la sicurezza nazionale e prevenire e contrastare il rischio di una attivazione di cellule terroristiche». Il risveglio di qualche manipolo di integralisti o lupi solitario che gravitano sul territorio italiano, secondo Toccalini, potrebbe essere riconducibile alle parole usate da Zaki per condannare la reazione israeliana alle barbarie di Hamas.


Ecco cosa scrive il deputato del Carroccio: «Hanno suscitato vivaci polemiche e profonda indignazione le parole di Patrick Zaki verso il governo di Israele, all’indomani del brutale attacco del 7 ottobre 2023 da parte di Hamas e dell’uccisione a sangue freddo di centinaia di giovanissimi israeliani durante un rave party, ma anche di anziani, donne e bambini inermi che si trovavano nelle loro case nei kibbutz vicino a Gaza. Anziché esprimere sdegno e condanna verso Hamas per i gravissimi atti criminali perpetrati ai danni del popolo israeliano o per il rapimento di centinaia di civili israeliani, anche bambini, da usare come “merce di scambio” o “scudi umani”, Patrick Zaki definiva, invece, un “serial killer” il premier Netanyahu. Gravi dichiarazioni come quella riportata, benché seguita da precisazioni e correttivi, a parere dell’interrogante possono rappresentare un inno alla violenza e fomentare eventuali cellule terroristiche dormienti in Italia». Toccalini prende atto che Zaki ha precisato, successivamente, di non essere filo Hamas, ma pro Palestina. E conclude: «La battaglia di Israele contro il terrorismo islamico deve essere una battaglia condivisa da chiunque senza alcuna esitazione, anche per l’elevato rischio di nuovi attentati terroristici, volti ad emulare Hamas, e che possono riguardare non solo il nostro Paese ma tutti, come segnalato anche dai servizi segreti di diversi Stati».


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