Il capo della Jihad Islamica in Libano accusa Israele per l’ospedale di Gaza: «Le stragi di civili? Non era compito di Hamas controllare»

Ihsan Ataya dice che il suo movimento vuole smantellare lo stato ebraico senza trattative o politica

Ihsan Ataya, 59 anni, è il rappresentante della Jihad Islamica in Libano. È nato a Sidone nel 1964 e faceva l’insegnante prima di entrare nel gruppo armato. Il Movimento per il Jihad Islamico in Palestina deriva dai Fratelli Musulmani e ha rivendicato molti attentati in Medio Oriente tanto da essere indicato come un’organizzazione terroristica transnazionale. Ihsan Ataya è entrato nel gruppo armato negli Anni Ottanta. Ora vive a Beirut. Oggi dice in un’intervista a la Repubblica che la sua organizzazione «non fa trattative. La politica la lasciamo ad Hamas. Il nostro lavoro è solo la resistenza per la liberazione della Palestina». L’esercito israeliano ha accusato l’organizzazione di essere responsabile per la strage all’ospedale di Gaza City.


Le prove che mancano

Ma secondo Ihsan Ataya si tratta di un «falso. Sono stati gli israeliani, con una bomba termobarica, per questo non c’è il cratere nel parcheggio dell’ospedale. Quando esplodono i missili della Resistenza trovi molte parti della bomba. Non c’erano. È stato un attacco verticale». A Gabriella Colarusso, che gli chiede le prove, Ataya risponde che «nessuno dei gruppi palestinesi ha questo tipo di armi. L’esercito israeliano ha detto su Telegram e su X che avevano dato l’ordine di evacuazione all’ospedale. È una ammissione di responsabilità. Poi hanno cancellato i post». Mentre secondo lui la conversazione tra militanti di Hamas in cui si parla del missile «risale al 2022. Avevamo iniziato un’operazione su cui Hamas non era d’accordo». Poi però ammette che «Gaza è molto piccola. Non ci sono spazi vuoti. Noi lanciamo i missili da posti all’aperto, non chiusi, ma può essere che ci siano dei civili intorno. I depositi sono nei tunnel, non abbiamo bisogno di tenere missili e munizioni nei palazzi».


Gli ostaggi

Ihsah Ataya dice che l’attacco contro Israele è stato pianificato da Hamas senza la loro partecipazione. La Jihad Islamica si è aggregata per catturare i soldati e liberare i suoi prigionieri. Ma anche per catturare gli ostaggi: oggi ne detengono «più di 30». Li libereranno «quando ci sarà un cessate il fuoco, lo stop ai combattimenti e alle bombe sui civili». Aggiunge che la loro non è una guerra di religione ma per la liberazione della Palestina. E quando Colarusso gli fa notare che molti civili israeliani sono stati uccisi replica così: «Molti civili da Gaza che hanno perso figli, padri, famiglie intere, sono entrati nei territori occupati con le forze della resistenza. Forse qualcuno ha commesso omicidi. Non era compito di Hamas controllarli».

L’Iran

Sui finanziamenti dell’Iran invece dice che «Teheran sostiene tutte le parti palestinesi, E ha guadagnato influenza da quando i Paesi arabi hanno dimenticato la causa palestinese per fare accordi con gli americani». Mentre con Hamas «siamo alleati ma non siamo interessati a tutti gli obiettivi di Hamas, che fa politica, vuole essere leader dei palestinesi e parte dell’Olp nel guidarli. Hanno negoziati con Fatah, cercano di fare accordi. Noi non abbiamo questo obiettivo. Non ora. Il nostro obiettivo è che Israele, che nel 1948 ha rubato la nostra terra, compie massacri e non rispetta le leggi internazionali, venga smantellato come Stato. Non abbiamo problemi con gli ebrei, vogliamo uno Stato palestinese e gli ebrei possono viverci, se vogliono».

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