Lady Sanità porta al Tar il sindaco di Roma, così Gualtieri le ha tolto il panorama sul Tevere dal terrazzo di casa

Lo scontro passato anche dal tribunale amministrativo per una veranda “ingombrante”

Per mesi telefonate, lettere, istanze formali inviate al Comune di Roma e al sindaco Roberto Gualtieri, che però ha sempre fatto orecchie da mercante. A provarle tutte una coppia che abita in una bella casa in un palazzo nobile di piazzale delle Belli Arti a Roma, separato dalla sede centrale della Rai di viale Mazzini solo dal ponte sul fiume Tevere. Ed è proprio lì il problema: i coniugi sono furiosi perché non possono più godersi il Tevere, avendo il comune di Gualtieri autorizzato la costruzione di una sorta di veranda sul terrazzo del vicino di casa che nasconde loro il panorama.


La contesa è finita davanti al Tar del Lazio che venerdì 10 novembre con una prima sentenza ha tirato e non poco le orecchie al sindaco di Roma. Gualtieri per altro solo dopo la notifica del ricorso amministrativo ha capito di non trovarsi di fronte una coppia qualsiasi di cittadini. Lei è Maria Laura Garofalo, cavaliere del Lavoro e imprenditrice del gruppo GCH quotato in Borsa con proprietà di numerose cliniche nel Lazio e in altre Regioni che le hanno fatto conquistare il soprannome di Lady Sanità. Anche il marito – Alessandro Maria Rinaldi – è un manager noto, consigliere di molte banche e docente universitario di Finanza aziendale e tecnica dei mercati finanziari.


il prof. Alessandro Maria Rinaldi

Il Tar del Lazio per il momento non ha voluto decidere se la scomparsa del panorama dalla casa di Lady Sanità è legittima o meno, ma ha detto a Gualtieri che non può fare finta di nulla e farsi i fatti suoi. Nella sentenza si ordina al comune di Roma di prendere una decisione entro 90 giorni: se il manufatto che nasconde la vista è irregolare, va abbattuto. Altrimenti se ne devono fare una ragione i coniugi che protestano. Ma se entro tre mesi la risposta ancora una volta non arriverà, dal 91° giorno dovrà occuparsene personalmente il capo di gabinetto del sindaco, che il Tar ha già nominato “commissario ad acta”. Intanto il sindaco dovrà rimborsare a Lady Sanità i 1.500 più Iva e contributi di legge spesi per avviare la causa.

Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri

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