La proposta del ministro Ciriani: «Elly Schlein e Giorgia Meloni cambino insieme l’Italia»

Il responsabile dei rapporti con il parlamento: spero che la segretaria Pd non scappi dal confronto

Il ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani propone alla segretaria del Partito Democratico Elly Schlein una collaborazione con il governo sul premierato. In un’intervista a La Stampa Ciriani dice che Schlein «deve misurarsi con la leadership del partito più importante dell’opposizione. Sarebbe bello che due donne, lei e Giorgia Meloni, cambiassero l’Italia insieme. Ma da una parte c’è una donna coraggiosa e determinata, dall’altra ancora non è chiaro. Spero che Schlein non scappi dal confronto». Nel colloquio con Francesca Oliva il ministro non esclude modifiche del testo sulla riforma costituzionale. In particolare sulla norma anti ribaltone: «È il punto di incontro tra una visione presidenzialista e la tradizione parlamentare nel nostro Paese. Secondo me è perfettibile».


Il referendum

Mentre sul possibile referendum dice: «Non ci spaventa. E di per sé non sarebbe un male. Gli italiani devono poter decidere e noi crediamo che siano d’accordo con la nostra proposta». Secondo Ciriani il governo ha lavorato per condividere la riforma con le opposizioni: «Abbiamo fatto di tutto, comprese delle consultazioni formali. Abbiamo scritto un testo che e’ il frutto di una mediazione, anche per venire incontro alle richieste degli altri partiti. Praticamente tutti ci hanno chiesto due cose: non toccare i poteri del presidente della Repubblica e non soffocare il Parlamento. E quindi a costo di fare una riforma diversa da quella che avevamo in testa abbiamo presentato un testo ragionevole». Ma il ministro ha ben presente che quando si parla di Costituzione anche le virgole sono importanti: «È ovvio che il Parlamento potrà intervenire, specie su alcuni punti».


I decreti e i bizantinismi

Infine, dice che l’uso dei decreti andrà superato: «Lo spiego con la volontà del governo di essere presente su tutto, il lavoro è tanto e spesso il tempo è poco. L’avvio del governo è stato a razzo e delle volte il lavoro del Parlamento è troppo lento, anche a causa dei regolamenti che, specie alla Camera, andrebbero aggiornati. Siamo in un mondo in cui basta un tweet per cambiare tutto e certi bizantinismi andrebbero superati». Ma nei prossimi mesi vogliamo fare qualche decreto in meno, limitando i cosiddetti decreti omnibus».

Leggi anche: