La Meloni fa boom di incassi con il suo libro e cambia casa. Ecco i nuovi redditi dei ministri: anno fortunato per Valditara, perdite in borsa per Schillaci. Quasi tutti hanno bonus edilizi

Dodici ministri su 25 hanno aggiornato la propria dichiarazione dei redditi e patrimoni. La prima a farlo è stata proprio la presidente del Consiglio: ecco cosa è cambiato

Quasi la metà del governo – 12 ministri su 25 – ha aggiornato fino a qui la propria dichiarazione dei redditi e dei patrimoni rispetto alla prima presentata quando erano appena entrati in carica. La prima a farlo è stata proprio la premier Giorgia Meloni, che sui propri redditi fa un bel balzo passando dal reddito complessivo di 160.706 euro della prima dichiarazione ai 293.531 euro di questa nuova. In entrambe c’è una buona quota di diritti di autore – questa volta assai più abbondante – per la vendita del suo libro “Io sono Giorgia”. Come l’anno precedente sono intorno ai 6 mila euro le detrazioni di imposta per le spese di recupero del patrimonio edilizio. Non è specificato però se si tratti di bonus facciate, di sisma bonus o del vituperato bonus 110%.


La vecchia casa venduta a una napoletana

La Meloni dichiara anche una variazione patrimoniale, scritta a mano: “vendita abitazione e relativa pertinenza. Acquisto nuova abitazione”. In effetti la cessione della vecchia abitazione nel quartiere Eur-Mostacciano risulta registrata il 5 giugno 2023 dal notaio Giovanni Nicola Cerini di Roma. Con quell’atto è stato venduto a una signora di Napoli già proprietaria di molti immobili a Valtournanche in Valle D’Aosta una “abitazione di tipo civile” della consistenza di 8 vani con annesso un garage di 17 metri quadrati. Non risultano ancora registrati atti di acquisto della nuova abitazione della Meloni, che però dovrebbe essere quella opzionata sempre all’Eur nella primavera scorsa, quando fu registrato dal notaio Andrea Mosca di Roma un preliminare di compravendita per un villino di 15,5 vani.


Salvini ci perde un pizzico

Poche novità invece nella nuova documentazione presentata dal vicepremier Matteo Salvini. Il reddito complessivo per lui è sceso da 115.852 euro a 99.699 euro della dichiarazione dei redditi 2023. Non ci sono variazioni patrimoniali, mentre aumentano le detrazioni presentate. Salgono a 8.148 euro quelle derivanti dalle “erogazioni liberali” effettuate, che probabilmente sono relative alla quota di stipendio parlamentare che Salvini versa alla Lega come dovrebbero fare i suoi compagni di partito. Ci sono anche qui detrazioni “per interventi di recupero del patrimonio edilizio o per misure antisismiche”, ma sono di importo meno significativo di quello presentato dalla Meloni: 1.323 euro, identiche a quelle segnate l’anno precedente.

Cadono i diritti di autore di Sangiuliano

Due soli ministri dei 12 hanno conservato un reddito praticamente identico a quello dell’anno precedente: il titolare della pubblica amministrazione Paolo Zangrillo e il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti. Scende di poco meno di 5 mila euro lordi il reddito del ministro delle disabilità, Alessandra Locatelli, di 4 mila euro quello del ministro degli affari regionali, Roberto Calderoli e passa da 236 a 227 mila euro il reddito del ministro della salute, Orazio Schillaci. Più sensibile invece il calo delle entrate denunciato dal ministro della cultura, Gennaro Sangiuliano, che passa da 206 a 174 mila euro. Qui può avere pesato il venire meno dei diritti di autore per libri che avevano venduto l’anno precedente.

Anno d’oro per Valditara

Sono quattro le variazioni in salita fin qui registrate. Piccolo (3 mila euro) il miglioramento denunciato dal ministro delle imprese e del made in Italy, Aldolfo Urso. Un po’ più consistente il miglioramento certificato dalla dichiarazione dei redditi del ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi che passa da 150 a circa 164 mila euro. Salto in avanti da 191 a 232 mila euro per la titolare del lavoro, Marina Elvira Calderone. E balzo ancora più significativo per il ministro dell’istruzione e del merito, Giuseppe Valditara, che l’anno scorso dichiarava 228.065 euro e ora nell’aggiornamento ne dichiara 289.020 euro.

Tutti con i bonus edilizi: sarà felice Giuseppe Conte

Quasi tutti i ministri come Meloni e Salvini inseriscono nella propria dichiarazione dei redditi una cifra compresa fra poco più di mille e ottomila euro per le detrazioni previste dai veri bonus edilizi, che per altro proprio questo governo ha stretto causando le polemiche di Giuseppe Conte che li aveva inventati. Però così i ministri dimostrano un conflitto di interessi rovesciato (penalizzano dunque anche se stessi con scelte che potrebbero sembrare harakiri). Zangrillo aggiunge 800 euro di detrazioni per gli arredi acquistati da inserire in immobili ristrutturati. Il nemico numero uno dei bonus edilizi, Giorgetti, ha una minima detrazione (328 euro) per gli interventi di recupero del patrimonio edilizio, ma ne ha una più consistente (2.902 euro) per “interventi di risparmio energetico”.

Schillaci vende al Nasdaq azioni che sono crollate

Poche le variazioni patrimoniali, oltre a quelle che riguardano casa Meloni. Sangiuliano dichiara l’acquisto del 50% di un immobile di cui già possedeva l’altra quota nel reatino, nel comune di San Martino Petrella Salto. Calderoli ha acquistato una ulteriore quota della società agricola di cui era già azionista, la Cascina Merli ssa, di cui oggi detiene il 58% del capitale. Ma si è dimesso dalla carica di amministratore unico della società agricola che ancora deteneva quando è entrato al governo. Il ministro Schillaci invece ha venduto le quote di minoranza che aveva in due fabbricati a Catania e ha operato un bel riassetto nel suo folto portafoglio azionario, smobilitando molti investimenti, tutti sul mercato Usa. Venduto il 95% delle azioni detenute anche in un’azienda biofarmaceutica, la Hepion Pharmaceuticals, specializzata in farmaci per il fegato. Il suo titolo – quotato al Nasdaq – è crollato quest’anno dai 21 dollari per azione del 21 gennaio scorso ai 2,9 dollari della chiusura di ieri. Robusto disinvestimento di Schillaci anche dal titolo Luokong Technology corp. Che da gennaio ad oggi è sceso da circa 6 dollari per azione agli attuali 0,76 dollari. Venduto per fortuna del ministro l’intero pacchetto Mullen Automotive, che quest’anno è crollato da oltre 90 dollari per azione agli attuali 0,18 dollari.

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