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Il gap immunitario, i sintomi, l’Oms: cosa sappiamo dell’epidemia di polmonite nei bambini in Cina

È dovuta alla circolazione di agenti patogeni noti, dice Pechino. I dubbi di Promed e le due città a 800 chilometri di distanza

Il 13 novembre scorso le autorità della Cina hanno dato notizia di un aumento delle malattie respiratorie del paese. Le aree settentrionali hanno segnalato un aumento delle malattie simil-influenzali da metà ottobre rispetto allo stesso periodo dei tre anni precedenti. Si parla di un’epidemia di polmonite tra i bambini. Dovuta alla circolazione di agenti patogeni noti, secondo Pechino. Tra queste, influenza, SARS-CoV-2, RSV e mycoplasma pneumoniae. Quest’ultimo è un’infezione batterica comune che di solito colpisce i più piccoli. Mentre il virus respiratorio sincinziale (RSV) è l’agente eziologico tipico della branchiolite e della polmonite infantile. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha diramato una richiesta di informazioni alla Cina.


Il rischio contagio

Le autorità cinesi hanno attribuito l’aumento dei casi anche alla fine delle restrizioni per Covid-19. L’agenzia dell’Onu ha intanto raccomandato a Pechino di seguire «le misure più adeguate per ridurre il rischio di contagio». Ovvero la vaccinazione, il distanziamento sociale dalle persone malate, l’autoisolamento in caso di infezione. Oltre a test e cure mediche in caso di necessità. L’Oms ha anche raccomandato l’uso delle mascherine ove necessario, la ventilazione degli ambienti e il regolare lavaggio delle mani. Si tratta delle stesse raccomandazioni dell’epoca del Coronavirus. Ma questo perché sono valide per combattere tutti i virus respiratori. La Cnn ricorda che la Cina ha attuato negli anni una politica caratterizzata da lockdown e quarantene, oltre a test di massa e tracciabilità dei contatti. La strategia è stata abbandonata nel dicembre 2022, reputando conclusa l’emergenze.


Il gap immunitario

Le misure anti-Covid limitano anche la diffusione degli altri germi. E proprio questo, secondo gli esperti, potrebbe aver determinato un gap immunitario. Che può rendere le persone più vulnerabili alle infezioni quando sospendono le precauzioni. Secondo il Programma di Monitoraggio delle malattie emergenti della Società Internazionale delle Malattie Infettive (Promed) c’è una malattia respiratoria non diagnosticata nelle aree del nord del paese. Si parla di scuole chiuse e di ospedali pediatrici come quello di Pechino e di Lianoning pieni di bambini malati. Secondo Promed i genitori cinesi si chiedono se le autorità stiano nascondendo una malattia. Si parla di flebo e di code infinite al Pronto Soccorso e per il ricovero in ospedale.

I sintomi

I sintomi descritti non includono la tosse. Si parla di febbre alta e di noduli polmonari. Le due città in cui è segnalato l’allarme si trovano a 800 chilometri di distanza. Il rapporto non segnala ricoverati tra gli adulti. Promed dice che non è chiaro quando la malattia abbia cominciato a circolare ma anche che è insolito che così tanti bambini siano stati colpiti così rapidamente. Le segnalazioni potrebbero suggerire una certa veicolazione nelle scuole. Si parla di malattie anche tra gli insegnanti, smentendo così la circolazione esclusiva nei bambini. Ma non si può escludere che i maestri abbiano contratto altri tipi di malattie respiratorie.

La Cina e l’Oms

La Cina e l’Oms hanno affrontato molte critiche sulla gestione della pandemia da Covid-19. In particolare c’erano dubbi sulla trasparenza delle prime segnalazioni provenienti da Wuhan già alla fine del 2019. Attualmente non è nemmeno chiaro se l’aumento complessivo delle infezioni respiratorie sia o meno collegato all’incremento di quelle nei bambini. Per questo l’agenzia ha chiesto maggiori informazioni. E i risultati delle analisi di laboratorio sui focolai attraverso il Regolamento Sanitario Internazionale.

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