Crisi diplomatica Israele-Spagna nel giorno della tregua: «Sanchez amico dei terroristi». «Accuse inaccettabili». Ecco cos’è successo – Il video

Il cortocircuito dopo la visita a sorpresa del premier spagnolo insieme a quello belga al valico di Rafah. Convocati gli ambasciatori

Nel giorno che coincide col primo sospiro di sollievo per Israele dal 7 ottobre – con la liberazione dei primi 13 ostaggi catturati quel giorno da Hamas – scoppia una lite al limite della crisi diplomatica tra lo Stato ebraico da una parte, Spagna e Belgio dall’altra. Due Paesi generalmente considerati non certo come «pesi massimi» sulla scena internazionale, ma che rivestono in questo momento un ruolo particolare: sono essi a guidare i lavori politici dell’Unione Europea, con la presidenza di turno del Consiglio, rispettivamente nell’attuale semestre e nel prossimo. Il ministro degli Esteri israeliano, su indicazione diretta di Benjamin Netanyahu, ha deciso questo pomeriggio di convocare gli ambasciatori dei due Paesi per consegnare loro una «reprimenda» per ciò che i rispettivi primi ministri hanno detto questa mattina durante la loro visita al valico di Rafah. In una mossa a sorpresa infatti, Pedro Sanchez e Alexander De Croo si sono recati proprio nel primo giorno di tregua tra Israele e Hamas alla «porta» egiziana per la Striscia di Gaza. Per consegnare un messaggio piuttosto chiaro, ma che ha finito per essere indigesto per Israele. «Dobbiamo sostituire la violenza con la speranza. È ora di mettere fine all’interminabile ciclo di violenza che condanna la regione da decenni: è ora di dare invece un orizzonte di pace, sicurezza e prosperità», ha detto Sanchez, formulando l’auspicio che l’attuale cessate il fuoco diventi permanente. Il primo ministro spagnolo ha fatto però infuriare Israele, quando ha definito inaccettabile «l’uccisione indiscriminate di civili innocenti, comprese migliaia di bambini» nella Striscia di Gaza.


Botta e risposta

Il ministro degli Esteri israeliani Eli Cohen ha quindi condannato le «false affermazioni» di Spagna e Belgio, accusandoli niente meno che di «sostenere il terrorismo». «Israele agisce secondo il diritto internazionale e sta combattendo un’organizzazione terroristica peggiore dell’Isis, che combatte crimini di guerra e contro l’umanità», ha detto Cohen nel motivare la convocazione dei due ambasciatori. Ma la contromossa della Spagna non si è fatta attendere. Dopo aver definito «totalmente false e inaccettabili» le accuse del governo di Israele, in serata Madrid ha a sua volta convocato l’ambasciatrice israeliana, Rodica Radian-Gordon, per chiedere spiegazioni su quanto accaduto.


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