3 madri, 4 bambini e 6 donne anziane: ecco chi sono i 13 ostaggi liberati da Hamas. C’è anche la donna che inveì in video contro Netanyahu

I nomi e le storie delle prime 13 persone israeliane rilasciate da Gaza. Furono tutti rapiti il 7 ottobre dal kibbutz di Nir Oz

Sono 13 gli ostaggi israeliani rilasciati oggi da Hamas nel quadro dell’intesa per un cessate il fuoco temporaneo nei combattimenti con lo Stato ebraico. Da Tel Aviv si attende conferma ufficiale sull’identità dei primi 13 salvati, di cui per ora si sa soltanto – parola della Croce Rossa – che «stanno bene». La tv israeliana ha però tramesso le immagini dei furgoni della Croce Rossa che trasportavano i rilasciati tramite l’Egitto verso il valico israeliano di Kerem Shalom, e tanto è bastato perché l’intero Paese si mettesse a passare al setaccio quei pochi frame per identificare chi siano i 13 salvati dalle carceri jihadiste. La tv israeliana Canale 12 ha quindi diffuso la lista dei 13 ostaggi riconosciuti. Ne fanno parte 5 donne anziane e 3 piccoli gruppi famigliari composti da altrettante madre con i loro bambini (4 nel complesso): provengono tutti da (o erano quel giorno a) Nir Oz, uno dei kibbutz al confine con la Striscia di Gaza devastato dalla furia di Hamas il 7 ottobre. Ecco tutti i nomi e le loro storie.


Daniel e Emilia Aloni – Madre e figlia, rispettivamente di 45 e 5 anni. Originarie di Yavneh, erano a Nir Oz il 7 ottobre per far visita ad alcuni parenti per la festa di Simchat Torà. Daniel Aloni (nome femminile in questo caso, nonostante le apparenza) è tra gli ostaggi più noti a livello mondiale perché è colei che appariva inveire furente contro Netanyahu in uno dei video diffusi da Hamas, lo scorso 30 ottobre. Una scelta forse non casuale per tentare di mettere in difficoltà il governo, ammesso che quell’ira funesta della donna verso il primo ministro fosse reale e non, almeno in parte, una messinscena a favor di telecamere dettata dai carcerieri.


Ruth, Keren e Ohad Munder – Si tratta di nonna, madre e bambino, rapiti dai terroristi il 7 ottobre nel kibbutz di Nir Oz. 78, 54 e 9 anni rispettivamente. Si pensa che sia stata rapito anche il nonno del piccolo e marito di Ruth, Abraham, anch’egli di 78 anni. Ma di lui al momento non v’è traccia.

Doron, Raz e Aviv Asher – Si tratta di una giovane madre di 34 anni con le sue due bambine, rispettivamente di 4 e 2 anni. Furono rapite anche loro il 7 ottobre dal kibbutz del sud di Nir Oz dove vivevano.

Hanna Katzir – 77 anni, anche lei di Nir Oz, vive su una sedia a rotelle. È apparsa in un video ricattatorio diffuso dalla Jihad islamica, di cui era prigioniera, a inizio mese. Il gruppo stesso aveva poi fatto sapere che la donna era morta. Una menzogna, qualsiasi ne fosse lo scopo, a ragion veduta.

Adina Moshe – 72 anni, originaria sempre di Nir Oz, si era rifugiata nella stanza protetta della sua casa insieme col marito Sa’id David Moshe per tentare di sfuggire alla furia dei terroristi. Non ci riuscirono. I miliziani buttarono giù la porta, uccisero a sangue freddo il marito, quindi rapirono Adina, portandola a Gaza in bella mostra su di una motocicletta. Sette settimane dopo, la fine dell’incubo almeno per lei.

Yaffa Adar, Channa Peri e Margalit Mozes – 85, 79 e 78 anni rispettivamente, sono altre tre donne anziane rapite sempre dal kibbutz di Nir Oz il 7 ottobre. Il volto della più anziana, Yaffa Adar, aveva fatto in particolare il giro del mondo nelle prime ore di quel sabato, ripresa portata via su una macchinetta elettrica da golf.

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