Incidente del pullman di Mestre, le presunte “anomalie” nel cuore dell’autista Alberto Rizzotto

L’esame specialistico richiede approfondimenti. Gli esperti che indagano sulle “morti invisibili”

Una presunta anomalia nel cuore di Alberto Rizzotto potrebbe essere all’origine della morte dell’autista 40enne dell’autobus di La Linea caduto dal cavalcavia di Marghera il 3 ottobre scorso a Mestre. Per questo l’esame specialistico richiede nuovi approfondimenti. La cardiologa dell’università di Padova Cristina Basso ci sta lavorando insieme ad altri esperti nominati dalle parti. Che indagano soprattutto sulle morti invisibili, ovvero quelle causate da problemi al cuore non diagnosticati. L’autopsia sul corpo di Rizzotto aveva escluso malori evidenti e individuato come causa della morte la frattura al cranio. Nel frattempo Venezia ha fermato i pullman elettrici Yutong.


Indagini cardiologiche specialistiche

Il Gazzettino spiega oggi che a suggerire indagini cardiologiche specialistiche era stato il medico legale Guido Viel. Da qui l’approfondimento della pubblica ministera Laura Cameli. Il nuovo sezionamento del muscolo cardiaco, aggiunge il quotidiano, ha rilevato qualcosa di anomalo. Che però si dovrà approfondire attraverso ulteriori esami. I tempi fissati sono stretti: la relazione dovrà arrivare sul tavolo della procura entro il 10 gennaio. Il malore al cuore potrebbe spiegare la dinamica dell’incidente stradale, con il pullman che si appoggia ripetutamente al guard-rail fino a che non precipita nel vuoto. E spiegherebbe anche la mancata frenata del mezzo. Rizzotto in ogni caso non è mai stato in ospedale a causa di problemi cardiaci, come ha confermato l’avvocato della famiglia.


Lo stato del mezzo

L’altro grande sospettato è il pullman. I consulenti della procura hanno iniziato la ricerca di un possibile guasto. I professori di ingegneria industriale di Padova Roberto Lot e Giovanni Meneghini hanno analizzato la carcassa del mezzo, ancora in deposito all’ex mercato ortofrutticolo di Mestre. E hanno deciso di rimuovere lo sterzo tra le ruote anteriori, compresi i due perni di collegamento, uno andato distrutto, l’altro rimasto integro. Nell’inchiesta ci sono tre indagati: l’amministratore di La Linea e due tecnici del Comune. In laboratorio si cercherà di capire se il perno rotto è stato causa o effetto dell’incidente. La risposta è attesa per febbraio. Negli stessi giorni arriverà la consulenza informatica sulle scatole nere del mezzo.

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