Il Papa frena la rabbia sul cardinale Burke, ancora salvi stipendio e casa: i timori per la rivolta finanziaria dei cattolici Usa

Dietro il caso del cardinale tradizionalista statunitense, “nemico” di Bergoglio, spunta anche un politico populista messicano

Si chiama Eduardo Verástegui, è un ex modello, attore e produttore cinematografico messicano che da qualche tempo si è buttato in politica diventando El Leon de México, nome di battaglia con cui si è candidato alle presidenziali del suo paese che si terranno il 2 giugno 2024. Il suo programma è assai simile a quelli dei movimenti internazionali populisti, ma è anche legatissimo alla tradizione cattolica conservatrice. Anche se il suo punto di riferimento nella gerarchia della Chiesa non è messicano, ma americano: il cardinale Raymond Leo Burke, che Papa Francesco considera suo “nemico” tanto da volergli togliere casa e stipendio in Vaticano.


Un asse con il neo presidente argentino Milei

Più volte in questi anni il cardinale Burke, che a La Crosse nel Wisconsin (Usa) ha fondato un santuario dedicato a Nostra Signora di Guadalupe, ha ospitato Verástegui recitando spesso con lui il rosario e partecipando a pubbliche conferenze. Il candidato populista alle elezioni messicane è anche grande amico personale del nuovo presidente dell’Argentina, Javier Gerardo Milei con cui si è incontrato all’indomani della sua elezione per firmare un accordo politico su alcuni temi fra cui la lotta alla tratta dei bambini argentini.

La catena populista invisa a Francesco

Ansa | Il cardinale Burke prega con il politico messicano Eduardo Verástegui

Verástegui e Milei hanno in comune anche la linea anti-abortista, ovviamente condivisa dal cardinale Burke e il politico messicano ha sposato anche tutti i temi classici dei movimenti pro vita. Per quanto sia partito da tempo con una campagna che ha buon rilievo sui social ma quasi nessuno sui media tradizionali, l’attore messicano al momento non è certo fra i favoriti della corsa presidenziale, che vede protagoniste due donne: la candidata della sinistra Claudia Sheinbaum Pardo (ex sindaca di Città del Messico) e quella della destra Xochtil Galvez. Ma certo quell’asse populista fra centro e Sud America viene visto come fumo negli occhi da Papa Francesco, e contribuisce ancora di più a mettere il cardinale Burke nel suo mirino.

I timori per l’obolo di San Pietro

Per quanto più fonti in Vaticano abbiano confermato di avere sentito con le proprie orecchie la minaccia papale di togliere alloggio romano e stipendio a Burke, al diretto interessato che in questo momento si trova negli Stati Uniti non è ancora arrivata alcuna comunicazione formale. E non è detto che alle parole debbano seguire i fatti. Fra i più vicini al Pontefice alcuni hanno manifestato il timore che una linea così dura nei confronti del cardinale Burke possa trasformarsi in un danno grave per le finanze vaticane: una parte consistente dell’obolo di San Pietro arriva dagli Stati Uniti proprio dalle diocesi e dai movimenti dominati dai cattolici conservatori.

La casa del cardinale sopra la sala stampa vaticana

Ansa | Il palazzo della Sala stampa vaticana, in cui c’è anche l’appartamento del cardinale Burke

Il cardinale Burke abita a Roma nello stesso palazzo in cui ha sede la Sala stampa Vaticana, da sempre di proprietà della ex Propaganda Fide (oggi Congregazione per l’evangelizzazione dei popoli). L’edificio occupa l’intero isolato che poi si affaccia sulla destra a fine di via della Conciliazione su piazza San Pietro. Quasi nessun appartamento lì è effettivamente messo a reddito. Lo stipendio da cardinale – tagliato motu proprio del 10% proprio da Papa Francesco – non arriva oggi a 5 mila euro al mese. Tagliare Burke sarebbe quindi piccolo risparmio per le finanze vaticane che invece potrebbero riceverne un danno permanente da decine di milioni di dollari. Al cardinale suo “nemico” il Papa per altro aveva già tolto ogni cosa possibile: prima non confermandolo nella Segnatura apostolica, e poi il 19 giugno scorso revocandolo anche dall’incarico di cardinale patrono dell’Ordine di Malta, e sostituito con il gesuita Gianfranco Ghirlanda.

Leggi anche: