La lettera di Salvini sulle elezioni e l’Unione Europea: «Il re è nudo»

Il leader della Lega vuole «proporre un modello diverso» di Europa, «senza complicare la vita ai singoli governi nazionali»

Un’Unione Europea da cambiare. Perché «il re è nudo». Il leader della Lega Matteo Salvini scrive una lettera al Corriere della Sera in vista delle elezioni europee. E ricordando gli «insegnamenti» di Silvio Berlusconi. Il Capitano vuole «proporre un modello diverso» di Europa, «promuovendo una cooperazione tra Stati di pari dignità capaci di accordarsi su temi fondamentali senza complicare la vita ai singoli governi nazionali». Quella della Lega, sostiene Salvini, non è «una rischiosa partita di poker». Ma una decisione pragmatica. Anche perché il Carroccio «ha sempre votato tutti i provvedimenti a sostegno dell’Ucraina ed è sempre al fianco di Israele». Mentre il lobbista di Vladimir Putin in Europa, fa notare Salvini, è un tedesco: l’ex cancelliere Gerhard Schroder.


Forza Italia

Anche se vuole rispondere alle critiche ricevute dal quotidiano, l’obiettivo di Salvini sembra essere piuttosto il suo alleato Forza Italia. «Si può ignorare un partito che in Francia ha il 30%, si può snobbare il primo partito in Olanda, cancelliamo uno tra i più rilevanti partiti dell’Austria, tagliamo la forza che cresce di più in Germania? Davvero rimuoviamo decenni di storia politica italiana, con la Lega che ha una solida e apprezzata tradizione di governo locale e nazionale? Per quale motivo? Davvero un pezzo di centrodestra europeo preferisce allearsi con i socialisti delle tasse e delle frontiere aperte in cambio di prebende e cedendo sulla linea politica?», scrive Salvini riferendosi agli alleati. Poi la stoccata a Tajani: «Il centrodestra deve coltivare l’unità in Europa come abbiamo fatto in Italia. Ce lo ha insegnato Berlusconi. Io non dimentico».


Il re

Poi Salvini elenca gli obiettivi. Parlando della crisi climatica ma sostenendo che il problema è la Cina, non le auto europee: «Secondo i dati della Commissione europea, la Cina contribuisce al 29% delle emissioni inquinanti mondiali di gas serra, l’Europa al 6,7%, l’Italia allo 0,63%. Davvero è ragionevole cancellare i motori tradizionali dal 2035 – come voluto dal Commissario di sinistra Timmermans – per aprire agli elettrici (molto costosi) prodotti soprattutto da Pechino?». Rivendica il successo del Brennero e la critica all’austerità europea. E arriva l’attacco: «Sono convinto che l’integrazione europea non sia stata immaginata per moltiplicare la burocrazia e aprire alla carne sintetica, per cancellare frettolosamente i motori tradizionali e con essi milioni di aziende e posti di lavoro come sta sperimentando Volkswagen, per ideare nuove tasse sulle case, per rassegnarci a una immigrazione senza controllo».

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