Il Canto lirico italiano diventa patrimonio mondiale dell’umanità: la scelta dell’Unesco alla vigilia della Prima della Scala

La soddisfazione del ministro della Cultura Sangiuliano: «Una consacrazione di una nostra eccellenza mondiale»

Il Canto lirico italiano è da oggi patrimonio immateriale dell’umanità. La proclamazione da parte del Comitato dell’Unesco è avvenuta per acclamazione in occasione della riunione dei Paesi membri del Comitato in Botswana. Il traguardo è arrivato dopo un percorso iniziato nel 2011, quando i cantanti lirici solisti costituirono un’associazione chiamata «Cantori Professionisti d’Italia» con l’obiettivo di riunire la categoria e costruire un confronto su temi quali la difesa e la diffusione del valore della musica e, in particolare, del teatro dell’opera quale eccellenza e patrimonio della cultura della Repubblica Italiana. Ma è solo grazie all’associazione Assolirica – nata da una costola dei «Cantori Professionisti d’Italia» – se dal 2019 iniziò il procedimento organizzato. «Si tratta di una consacrazione ufficiale di quello che già sapevamo: il Canto lirico è un’eccellenza mondiale, tra quelle che meglio ci rappresentano in tutto il pianeta», ha dichiarato il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano. «È una proiezione dell’immaginario italiano per il quale stiamo lavorando su più fronti. Ringrazio il sottosegretario Gianmarco Mazzi per l’impegno che ha profuso nel concludere positivamente la candidatura. Questa bella notizia si associa alla firma dell’ipotesi dello schema di rinnovo del contratto delle Fondazioni lirico sinfoniche, che da 20 anni non veniva rinnovato», ha concluso. La notizia è arrivata alla vigilia dell’inaugurazione della Scala, domani – giovedì 7 dicembre – con il Don Carlo di Verdi. 


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