Lecce, minorenne denuncia il padre per maltrattamenti: «Mi ha imposto la religione musulmana, ma io sono atea»

Il Tribunale ha disposto nei confronti del 47enne un divieto di avvicinamento. La giovane: «Mi imponeva come vestirmi, cosa mangiare, chi vedere»

Il Tribunale per i minorenni di Lecce ha disposto nei confronti di un 47enne algerino un divieto di avvicinamento alla figlia e all’ex moglie. L’uomo è indagato per maltrattamenti. La lunga storia di violenze è venuta alla luce – scrive la Repubblica – dopo che le due donne sono state sentite da pm e psicologi in seguito alla denuncia presentata dalla ex compagna ai carabinieri della città pugliese. «Papà tollerava soltanto le maniche corte, per tutto il resto manifestava una totale opposizione nei riguardi della espressione della cultura occidentale», ha raccontato la figlia che ha, inoltre, spiegato come il padre le abbia imposto la religione musulmana. «Ma io sono atea – dice -. Mi sono sempre rifiutata». Nella richiesta di rinvio a giudizio a carico del 47enne, da tempo trasferito in Salento, la pubblico ministero precisa che la giovane «non poteva uscire di casa da sola». Il genitore «andava su tutte le furie se le vedeva addosso un top o vestiva un paio di jeans strappati». Non le era permesso incontrare persone di sesso maschile, neppure mangiare carne di maiale. La 12enne ha riferito – nel corso dell’incidente probatorio – di aver paura di suo padre. Anche perché dopo il divorzio, spiega, l’uomo si presentava sotto casa della ex compagna spesso ubriaco, rimproverandola di consentire alla figlia di «vestirsi in modo troppo occidentale». Prevista per il 14 dicembre prossimo l’udienza preliminare davanti al gup. 


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