La Russa e il busto di Mussolini: «Non è più in casa mia. Io come Jessica Rabbit: mi disegnano così ma sono il più aperto»

Il presidente del Senato: difendo Concia come ho fatto con Luxuria

Ignazio La Russa dice che il busto di Mussolini in casa sua «è roba vecchia» e «ora sta a casa di mia sorella». Rivendica il suo ottimo rapporto con Liliana Segre. E sulla difesa di Paola Concia per la vicenda della commissione annullata da Valditara sostiene che non sia una sorpresa: «Chi ne parla così non mi conosce. Io sono come Jessica Rabbit: “È che mi disegnano così”. Su questi temi a destra io sono stato il più aperto di tutti». Mentre un’altra sua amica è «Vladimir Luxuria. Ricordo che quando venne eletta era intimidita, non sapeva come sarebbe stata accolta. Io, che ero capogruppo di An, regalai una rosa a tutte le elette come benvenuto. Un commesso mi chiese: “Ma anche a Luxuria?”. E io: “E perché no, scusi?”. Lei la gradì molto, soprattutto perché si ruppe il ghiaccio e ne nacque un bel rapporto».


I cimeli in casa

Il presidente del Senato parla oggi in un’intervista con il Corriere della Sera. Nella quale dice la sua sull’urlo “Viva l’Italia antifascista!“: «È vero che non l’ho sentito. Io avrei detto viva l’Italia e basta, ma non ho problema alcuno se aggiungono antifascista. È altro che un po’ mi fa pensare e pure ridere». Ovvero «che è bastata una frase gridata da un appassionato di ippica perché costui si tramutasse per la sinistra in una specie di eroe nazionale, alla Scurati, che sul fascismo vive grazie ai suoi libri. Ci riflettano, qualcosa non funziona». Dice anche che, riguardo le sue uscite, ce ne sono un paio che non rifarebbe: «Una per tutte quella di via Rasella. Fu un errore, seppur involontario. Il busto è roba vecchia, ora sta a casa di mia sorella. A casa mia avevo anche cimeli russi, della Cina di Mao… e quella ripresa televisiva era vecchia di anni e mai utilizzata prima. Ma non sono questi i motivi. È che forse non si sopporta che nel mio discorso di insediamento parlai della necessità di un superamento delle divisioni, di una pacificazione nazionale che metta veramente fine a un interminabile dopoguerra. Ma io mi muoverò sempre in questo solco».


La difesa di Concia

Nel colloquio con Paola De Caro La Russa dice anche che sulla difesa di Concia «la sorpresa è di chi non mi conosce. Conosco da anni Paola e nei suoi confronti ho sempre avuto rispetto e amicizia. Poi su questi temi io sono sempre stato il più aperto a destra. A volte mi accusavano per questo. Sulla questione dei figli però ho le mie posizioni del tutto granitiche. Ma in questa vicenda, trovo che l’onorevole Concia abbia subito attacchi del tutto ingiustificati». Infine, sul ritorno di La Russa mediatore: «Io sono stato sempre così. Se per certa sinistra sono diventato il simbolo del nemico, vuol dire che non hanno altri argomenti e perciò quasi me ne rallegro».

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