Decreto Energia, slitta ancora la fine del mercato tutelato per la luce: avverrà il 1° luglio

L’annuncio del presidente dell’Arera: «Il ministero farà una campagna informativa rivolta ai consumatori»

Slitta ancora una volta la fine del mercato tutelato dell’energia elettrica. A darne l’annuncio è Stefano Besseghini, presidente di Arera, l’autorità pubblica per l’energia. «La data del 1° aprile è stata spostata al 1° luglio. È una decisione che abbiamo preso ieri, poche ore fa ho firmato la delibera», ha spiegato Besseghini al Tg3. Con un decreto approvato al Consiglio dei ministri del 5 dicembre, il governo Meloni aveva stabilito la fine del regime a maggior tutela il 10 gennaio 2024 per la fornitura di gas e il 1° aprile dello stesso anno per la luce. Per quest’ultima, però, è arrivato ora un nuovo rinvio. A luglio, e non più ad aprile, verrà attivato il Servizio a tutele graduali (Stg), a cui saranno assegnati tutti i clienti domestici non vulnerabili dell’elettricità che ancora non avranno scelto il mercato libero al momento del “fine tutela”. A slittare sono anche le gare per individuare i fornitori, che avrebbero dovuto svolgersi l’11 dicembre ma sono state portate al 10 gennaio.


Con il Decreto Energia approvato dal governo, ha aggiunto il presidente di Arera, «sono stati introdotti due elementi molto importanti: una campagna informativa specifica per questa transizione, che curerà il ministero dell’Ambiente, e un’attenzione particolare ai Rid, i meccanismi di pagamento automatico, che in qualche maniera verranno gestiti in continuità». Lo slittamento della fine del mercato tutelato, fa sapere l’autorità pubblica dell’energia sul proprio sito, risponde essenzialmente a due esigenze. La prima: «assicurare ai clienti un tempo sufficiente per essere informati attraverso le campagne informative». La seconda: «effettuare le attività preparatorie all’operatività» del Servizio a tutele graduali. In ogni caso, ha concluso Besseghini, «i consumatori devono avere ben chiaro che tutto questo meccanismo che si sta mettendo su con le aste non è un meccanismo per portarli forzatamente al mercato libero», bensì «per costruire un sistema di salvaguardia, che permetta alle persone di rimanere comunque servite con delle tariffe che metteremo ad asta».


Credits foto di copertina: EPA/Neil Hall

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