Papa Francesco alla messa di Natale: «Il nostro cuore è a Betlemme». L’appello ai fedeli contro l’«idolatria del consumismo»

Il pensiero del Pontefice ai luoghi della Natività vessati dalla guerra. Poi la riflessione sul senso della festività

«Il nostro cuore stasera è a Betlemme, dove ancora il Principe della pace viene rifiutato dalla logica perdente della guerra, con il ruggire delle armi che anche oggi gli impedisce di trovare alloggio nel mondo». Lo ha detto Papa Francesco nell’omelia della messa di Natale tenuta stasera in San Pietro. Negli scorsi giorni i media di tutto il mondo hanno pubblicato la foto del presepe «di guerra» allestito quest’anno nella Basilica della Natività di Betlemme, la città palestinese dove si ritene sia nato Gesù: un paesaggio di macerie attorno a cui compare il Bambino. Il patriarcato latino ha annullato le celebrazioni nella chiesa solitamente gremita di pellegrini in considerazione della guerra in corso a Gaza. Negli scritti sacri per il cattolicesimo, ha ricordato il Pontefice, «non vediamo un dio adirato che castiga, ma il Dio misericordioso che si incarna, che entra debole nel mondo, preceduto dall’annuncio: “Sulla terra pace agli uomini”». Dal tema della guerra, evocato anche nell’Angelus di questa mattina, in cui Bergoglio ha rivolto un «pensiero particolare per la Palestina, Israele, l’Ucraina», il Papa è poi passato a quello del significato profondo della festività alle porte. «C’è il rischio di vivere il Natale avendo in testa un’idea pagana di Dio, come se fosse un padrone potente che sta in cielo; un dio che si sposa con il potere, con il successo mondano e con l’idolatria del consumismo», ha messo in guardia Francesco nell’omelia, richiamando invece al vero senso da cogliere in queste ore per i fedeli: «Ecco lo stupore del Natale: non un miscuglio di affetti sdolcinati e di conforti mondani, ma l’inaudita tenerezza di Dio che salva il mondo incarnandosi».


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