Fabio Fazio, il sospetto sulla Rai: «Il regolamento di Sanremo è contro di me. Fra 4 anni smetto»

L’autore, produttore e conduttore di “Che tempo che fa” al “Corriere della Sera”: «Mi auguro che la Rai possa tornare a svolgere una funzione inclusiva e non divisiva»

Dall’addio (forzato) alla Rai al trasloco su Discovery, Fabio Fazio con la sua trasmissione Che Tempo che Fa ha collezionato una serie di risultati record: 2,1 milioni di telespettatori e share del 10,3% per la prima puntata, 11,26% nella seconda. E il trend non si è fermato. Per questo, al Corriere della Sera si descrive come «un sopravvissuto». «Inutile dire – sottolinea – che siamo stati piacevolmente sorpresi da questi risultati ottenuti poi in così poco tempo. Non ce l’aspettavamo, sono sincero». Dall’esordio con Raffaella Carrà nel 1983 sono passati quarant’anni, «sufficienti – continua Fazio – per smettere». Alla domanda della giornalista che gli chiede tra 4 anni dove si vedrà, Fazio risponde: «Gliel’ho detto: scendo (dalla tv, ndr)». E cioè «vivo. Mi riposo – continua -. Se smettessi Che tempo che fa potrei finalmente dedicarmi alle cose che amo di più. Leggerei, per esempio. Moltissimo. Sono un divoratore di libri: ne acquisto 1 ogni 3 giorni. Anzi, alcuni li prendo doppi», racconta. Uno stop che gli consentirebbe «di provare – confida – la sensazione della noia».


Il rapporto con la Rai e il caso-Sanremo

Per quanto riguarda poi il suo rapporto con la Rai, la sua ex-casa, Fazio si augura «che possa tornare a svolgere una funzione inclusiva e non divisiva. Dopo di che a distruggere, lo sappiamo tutti, ci vuole un attimo…», afferma. Quello che è accaduto con la società «è fuori da ogni logica – continua -. Ma non mi stupisco più di niente. Quello che posso dire è che spero si torni presto a rapporti normali». Eppure, al momento nessuno spiraglio. Anzi, ciò che vede il conduttore è solo un nuovo regolamento di Sanremo 2024 pensato (forse) per andare contro il suo programma: «Nei tre giorni successivi alla chiusura del festival il vincitore non può andare in trasmissioni che non siano della Rai – spiega -. Ora, sarà sicuramente una coincidenza il fatto che di solito il vincitore veniva da me. Perché non può essere vero che è stata fatta una regola contro il mio programma. Non può essere vero. Anche perché a Natale siamo tutti più buoni…», conclude.


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