Tasse, Mes, maternità, opposizioni unite per un giorno contro la conferenza stampa di Meloni: «Racconta il Paese dei balocchi»

Da Renzi a Calenda, dal Pd ai 5Stelle, partiti di minoranza bocciano in coro le «bugie» della premier nel primo appuntamento pubblico del 2024

Bugie, falsità, nel migliore dei casi la descrizione di un «Paese dei balocchi». È pressoché unanime la valutazione delle opposizioni sulla conferenza stampa d’inizio anno di Giorgia Meloni. Bocciatura netta. Matteo Renzi, non sempre il più duro con la premier, si sfoga su X e dice di non aver «mai sentito così tante bugie tutte insieme». Dall’economia ai diritti, dalla gestione del partito all’immigrazione, per Renzi non c’è campo in cui la premier non abbia mentito. «Dice che lei non ha aumentato le tasse: evidentemente le accise sulla benzina e l’IVA sugli assorbenti si sono aumentate da sole. Dice che bisogna conciliare la maternità con il lavoro però nel frattempo aumenta l’IVA sui pannolini e sui prodotti per i bambini. Dice che poteva mettere sua sorella in una partecipata come fanno gli altri: gli altri chi? Forse il leader nordcoreano fa così con la sorella», affonda il colpo il leader di Italia Viva. Che punge la premier anche sui casi imbarazzanti dentro al suo partito che hanno riguardato nelle ultime settimane il ministro-cognato Francesco Lollobrigida e il deputato-«pistolero» Emanuele Pozzolo. E persino sul flop nella gestione degli sbarchi. «I bugiardi hanno questo di bello: pensano che la gente creda per sempre a quello che dicono. All’inizio è così. Poi all’improvviso la realtà emerge, tutta insieme. Buon 2024, cara Presidente Meloni», chiosa l’ex premier.


Campo largo di critiche

Giudizio condiviso, una volta tanto, dal Movimento 5 stelle. «Oggi abbiamo avuto l’ennesima dimostrazione della cifra menzognera che contraddistingue la sempre più traballante narrazione della premier Giorgia Meloni», attacca il vice di Giuseppe Conte, Mario Turco, secondo cui la premier «nel tentativo disperato di nascondere il regalo alle banche confezionato dal suo Governo, che ha rinunciato a incassare oltre 2 miliardi di tassa sugli extraprofitti del settore creditizio, come al solito ha coltivato la sua ossessione personale accusando il M5S di aver fatto un regalo alle banche nel Decreto liquidità del 2020 da 400 miliardi di potenza di fuoco». In attesa della reazione di Elly Schlein, evocata dalla premier sul caso del consigliere della Corte dei Conti “militante” anti-Meloni, Marcello Degni, il Pd affida la sua reazione a una nota dei capigruppo di Camera e Senato, Chiara Braga e Francesco Boccia. «La presidente del Consiglio continua a descrivere un Paese dei balocchi, ma non ha un minimo di contezza dei problemi dell’Italia, dalla sanità al lavoro», affondano i dem. Secondo cui «per i conti pubblici si affida al buon andamento dell’economia, rifiuta responsabilità diretta su questioni delicate come Mes, Patto stabilità e leggi sulla concorrenza e pensa a un’Europa à la carte in cui l’Italia conta sempre meno». Anche per il Pd, insomma, la premier «continua a raccontare falsità. Dice che taglia le tasse con i risparmi alla spesa, ma si dimentica che la sua manovra è finanziata in deficit e solo per un anno. Offende l’intelligenza di tutti raccontando che la sua pessima riforma costituzionale non tocca i poteri del presidente della Repubblica. E come sempre molta propaganda e attacchi ingiustificati all’opposizione».


Il vuoto secondo Calenda

Da Azione, infine, Carlo Calenda accusa la premier di aver semplicemente detto «poco o nulla su ciò che è importante: sanità, salari, Istruzione, PNRR, politica industriale. Molte invettive contro la sinistra, qualche gossip, una spruzzata di influencer, due battute e molta cronaca. Si sente la più completa assenza di un progetto per l’Italia».

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