No! Papa Francesco non ha nominato cardinale il figlio di George Soros

Non risulta essere mai stato nominato cardinale da papa Francesco

Secondo diverse condivisioni Facebook (per esempio qui e qui) papa Francesco avrebbe nominato cardinale il trentasettenne Alex, figlio del magnate americano George Soros. Si tratta però di una bufala smentita da Andrea Lavazza il 2 gennaio sul quotidiano Avvenire.

Per chi ha fretta:

  • No, il figlio di George Soros non è stato ordinato cardinale da papa Francesco.
  • Risulta solo aver partecipato a una delegazione guidata da Bill Clinton in vaticano lo scorso luglio.
  • Pochi giorni dopo il Papa aveva nominato 21 nuovi cardinali, tra cui non risulta il figlio del Magnate americano.

Analisi

Ecco un esempio di condivisione da parte di Roberto Nuzzo, personaggio noto alla sezione Fact-checking di Open (ne parliamo qui).

La “fonte spagnola”

La narrazione è stata diffusa per la prima volta il 28 dicembre scorso dal sito in lingua spagnola Alerta Digital, indicato come fonte da Nuzzo. Riportiamo i punti salienti dell’articolo, copia-incollato e tradotto alla meno peggio nelle condivisioni nostrane:

Papa Francesco ha appena nominato cardinale diacono della Chiesa cattolica Alex Soros, 37 anni, laureato in Storia, miliardario erede di George Soros. La notizia è caduta come una bomba nel pettegolezzo vaticano, in cui si profetizza un terribile scisma che scuoterà le fondamenta stesse del numerosissimo collegio cardinalizio creato dal papa negli ultimi concistori. […] Anche per essere promossi cardinali, il Romano Pontefice sceglie liberamente tra quegli uomini che hanno ricevuto almeno il sacerdozio e che si distinguono notevolmente per dottrina, costumi, pietà e prudenza nella gestione degli affari; Ma coloro che non sono ancora vescovi devono ricevere l’ordinazione episcopale, papa Francesco, attraverso un rescritto di riforma del diritto canonico, ha dispensato dall’obbligo della sacra ordinazione al nuovo cardinale Soros. […] È noto che Alex Soros della Open Society Foundations persegue gli stessi obiettivi di suo padre: libertà di espressione, riforma della giustizia penale, diritti delle minoranze e dei rifugiati e sostegno ai politici liberali, ora da parte dello stesso Vaticano. Vuole però includere anche iniziative sul diritto di voto, sull’aborto e sulla parità di genere, che sembrano aver contato poco a papa Francesco nel concedergli un incarico di così alta responsabilità nella Curia romana.

Non controllano le nomine ufficiali

Il già citato Lavazza ha puntualmente smentito la narrazione rispondendo alle richieste di chiarimenti da parte di un lettore di Avvenire, ricostruendo anche il contesto reale dei rapporti tra Alex Soros e papa Francesco:

Basta verificare le nomine ufficiali. E non ci sarebbe altro da dire. Tuttavia – continua Lavazza -, vale la pena di analizzare come possano nascere simili scempiaggini. L’unico elemento che connette il Pontefice al 38enne Alexander Soros è il fatto che quest’ultimo fosse uno dei 12 membri della delegazione ammessa all’udienza privata in Casa Santa Marta concessa a Bill Clinton lo scorso 5 luglio. 

Abbiamo una data: quella del 5 luglio. È importante perché qualche giorno dopo sono stati pubblicati i nomi dei 21 nuovi cardinali nominati da papa Francesco. Tra di loro non risulta nessun Soros.

La circolazione in Italia

La fonte spagnola viene citata anche in alcuni siti italiani come Far-falla.com:

Riportiamo anche la condivisione dell’account “Alice Erazo Due“, nota come “Alicia” (ne parliamo qui e qui):

La condivisione QAnon

Lo screen che viene condiviso pare essere il post Telegram del canale QAnon “H-Q”.

Ecco lo screen del post Telegram, condiviso anche da gruppi come “Amici di Radio Radio“:

Il testo del post viene ripreso anche dal canale “Neuroni Funzionanti“, condiviso nella chat del gruppo “RadioGreg“.

Conclusioni

Abbiamo visto che la storia della nomina a cardinale di Alex Soros è una bufala, probabilmente originata da una confusione tra l’incontro del Papa col figlio del magnate americano nel contesto di una delegazione guidata da Bill Clinton e la successiva nomina di 21 nuovi cardinali, avvenuta pochi giorni dopo.

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