I politici italiani raccontano molte balle. Parola di papà Meloni. Ecco il video che girò per candidarsi con i grillini spagnoli

Dopo aver scontato una pena di 9 anni per traffico di droga Francesco Meloni tentò la fortuna in politica alle Baleari. Ecco come andò a finire

Erano davvero agli antipodi sotto ogni profilo Giorgia Meloni e suo padre Francesco, con cui litigò nel lontano 1988 interrompendo ogni rapporto personale. Ma una cosa in comune sembra abbiano avuto: la passione per la politica. Tanto è che Francesco Meloni si candidò alle elezioni politiche nazionali in Spagna nel 2008 e ritentò la fortuna alle amministrative delle Baleari nel 2011, un anno prima di morire. Lo fece però in una forza politica assai lontana dalla militanza della figlia: Ciudadanos en blanco, una sorta di Movimento 5 stelle iberico, formato solo da cittadini comuni che comunicavano esclusivamente via social.


Lo spot elettorale di Francesco Meloni

Papà Meloni fu scelto da quel movimento per lo spot elettorale generale, e in un video lui, che fu l’unico candidato non spagnolo alle elezioni, spiegava che «i politici italiani sono molto, ma molto bugiardi. Quelli spagnoli sembrano seguirli sulla stessa china. Per questo io voto Cittadini in bianco…». Il movimento a cui Francesco Meloni aderì aveva lo scopo proprio di rappresentare i cittadini stufi della politica tradizionale che se si fossero recati alle urne al massimo avrebbero votato scheda bianca. L’ambizione sarebbe stata quella di rappresentare con il movimento tutte le schede bianche, ma il risultato elettorale fu ampiamente sotto le aspettative, non arrivando nemmeno all’1% a livello nazionale. Riuscirono ad eleggere comunque 5 consiglieri comunali, ma non nelle Baleari dove Meloni padre era in lista. Sostanzialmente quei cittadini restarono in bianco di risultati, e alla fine si sciolsero confluendo in un altro movimento antisistema, Hartos.org .


Pizzicato con 1.500 kg di hashish e condannato a 9 anni

Francesco Meloni aveva diritto a candidarsi perché era stata totalmente scontata la condanna a 9 anni per traffico di droga che si era preso dopo essere stato arrestato nel 1995 grazie a una soffiata a bordo di una barca a vela che capitanava nelle acque di Minorca con 1.500 kg di hashish nascosti in casse nella stiva. Processato davanti al tribunale di Palma di Maiorca, papà Meloni ammise subito le sue responsabilità, sostenendo di essere pieno di debiti per una disavventura imprenditoriale nella gestione alberghiera e di avere accettato per questo la proposta di fare il corriere della droga arrivata da un amico marocchino. Rifiutò però di collaborare con la magistratura indicando i responsabili di quel traffico declinando l’offerta di sconto della pena che in quel caso gli avevano offerto gli inquirenti.

Il giudice che lo condannò: «Convinti lavorasse per un mafioso»

Un anno fa al Diario de Mallorca ha ripercorso quell’episodio anche uno dei giudici che condannò papà Meloni, Eduardo Calderòn, ora in pensione. «Dopo avergli detto di tenerne conto, ci ha risposto sorridendo che la prigione non era la vita, mentre faceva scivolare la mano lungo il collo con il palmo rivolto verso il basso con un gesto molto significativo: avesse parlato la sua vita sarebbe stata in serio pericolo». Francesco Meloni accettò la condanna senza nemmeno ricorrere in Cassazione, e la scontò buona parte in carcere. Secondo il giudice Calderòn il tribunale era convinto «che Meloni facesse quel lavoro per qualcuno di importante e sospettavamo che fosse per qualche gruppo mafioso». La stessa tesi dell’inchiesta di Report che andrà in onda domenica prossima.

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