Il governo taglia i fondi per i disturbi alimentari e l’anoressia: «Chi soffre non va lasciato solo»

Il padre di Emanuela Perinetti: decisione sconcertante

Il governo Meloni ha tagliato il fondo per i disturbi alimentari istituito da Draghi con la Legge di Bilancio 2022. Il fondo aveva un finanziamento di 25 milioni di euro in due anni. Era destinato alle Regioni per combattere disturbi della nutrizione e dell’alimentazione. E per aggiornare i Livelli Essenziali di assistenza su anoressia, bulimia e sindrome di alimentazione incontrollata (Binge eating disorder o BED). Anche gli emendamenti per il rifinanziamento in Senato sono stati respinti. E oggi famiglie e operatori sono in allarme. Il 19 gennaio ci sarà una protesta in 19 città. Una manifestazione promossa dalla rete di studenti universitari Chiedimi come sto e da Fiocchetto Lilla: «Perché di Dca si muore», dicono gli organizzatori oggi a Repubblica.


Casi moltiplicati

Mentre la psichiatra Laura Dalla Ragione dice che «i casi si sono moltiplicati dopo il Covid, come dimostra una survey nazionale che dal 2018 al 2023 ha evidenziato un aumento del 30% dei malati». Oggi i pazienti sono 3.678.362. Ma il numero appare sottostimato perché molti alle cure non hanno accesso. Il 90% sono di sesso femminile, ma anche i maschi sono in aumento. Sul territorio nazionale ci sono 126 strutture, in alcune regioni come il Molise mancano del tutto. E 40 associazioni hanno scritto a Meloni e Schillaci: «Senza rinnovo le liste di attesa, che già arrivano a un anno, si allungheranno ancora. Quando nella vostra regione cercherete un luogo di cura pubblico e non ci sarà, quando dovrete rivolgervi al privato con costi proibitivi, scoprirete che non c’è una politica che abbia investito nella tutela della salute».


Il malato non si rende conto

Intanto Giorgio Perinetti, padre di Emanuela morta di anoressia a 34 anni, dice di essere «sconcertato. I disturbi dell’alimentazione, purtroppo, mi paiono talmente in espansione, che è davvero grave non pensare a contenere e prevenire questo problema. Spero che il taglio non sia un colpo di grazia, ma certamente è un provvedimento che rischia di disperdere quel poco che si stava facendo fino ad oggi. Così perde efficacia il lavoro di prevenzione e si tolgono gli strumenti a chi combatte queste malattie». Il rischio è che «i malati siano abbandonati a sé stessi». Perinetti dice che le normative sui disturbi alimentari sono ipocrite «perché, nella maggior parte dei casi, il malato non si rende conto delle sue condizioni di salute. Rifiuta le cure e qualsiasi tipo di riabilitazione nutrizionale. In più, se è maggiorenne, la cura non può essergli imposta. Se non tramite misure coercitive e procedure lentissime, che fanno solo perdere tempo prezioso».

Leggi anche: