Lo sfogo dei Casa Abis sui social: «Gogna mediatica verso tutti gli influncer. Il content creator è un lavoro» – Il video

Il duo di attori, comici e content creator su Instagram: «Il mondo dell’artista è precario: domandatevi quanto impegno c’è dietro»

«Ultimamente c’è una gogna mediatica verso tutti gli influencer». A dirlo in un video-sfogo su Instagram sono i Casa Abis, duo di attori, comici e content creator. Una situazione – con ogni probabilità – che si è intensificata anche in seguito al “Pandoro-gate” che ha coinvolto Chiara Ferragni. Per Gabriele Abis e Stella Falchi bisogna evitare le strumentalizzazioni «di qualche cialtrone, di qualche approfittatore, solo per avvalorare la tesi che il creatore di contenuti social» non sia lavoro, «ma – dicono – una specie di truffa legalizzata. Forse è solo una nostra impressione, ma ultimamente c’è una sorta di gogna mediatica verso tutti gli influencer, tutti coloro che creano contenuti sui social, tutti quelli che fanno di questo un lavoro». Un onda, per gli attori, che va «assolutamente fermata». Anche perché «il creatore di contenuti social che paga le tasse e che impiega le sue risorse artistiche, fisiche ed economiche – continuano – è un lavoratore. Io e Gabriele abbiamo una partita Iva, paghiamo le tasse e abbiamo tutti i rischi e le incombenze che hanno i liberi professionisti», spiega Stella Falchi. 


«Domandatevi quanto impegno c’è dietro»

La coppia proviene, infatti, «già da un mondo, quello artistico, dove se rispondevi alla domanda “Che lavoro fai?”, “Faccio l’attore o l’attrice di teatro” venivi deriso e poi ti chiedevano: “Sì, però per vivere che lavoro fai?”». Per questo: «Ci sembra di vivere un déjà vu», ribadiscono. E infine l’appello: «Per favore vi chiediamo di evitare paragoni dicendo “Eh, ma il lavoro del content creator non è un vero lavoro. Alzatevi alle 5 di mattina e andate a lavorare in miniera, quello è un vero lavoro”. Paragonato a questo, molti altri lavori non reggerebbero il confronto», spiega Gabriele Abis. «Vi assicuriamo che il mondo dell’artista, dell’attore, è precario. Quindi è pieno di incertezze, insicurezze. Richiede una capacità di mettersi sempre in discussione e di reinventarsi continuamente. La costante forza di creare, distruggere e poi ricreare di nuovo. Richiede di vivere con la paura che quello che stai offrendo al pubblico magari domani non piacere più. Prima di dire ma quello non è lavoro, domandatevi quanto impegno c’è dietro.  Quanto studio, costanza, quanti sacrifici si fanno per raggiungere un obiettivo», concludono.


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