Aspides: le regole d’ingaggio della missione di Italia, Francia e Germania nel Mar Rosso contro gli Houthi

L’uso della forza previsto al solo scopo di difesa. I mezzi civili e militari

Si chiamerà Aspides la missione militare navale dell’Ue per proteggere le navi mercantili nel Mar Rosso fino allo stretto di Hormuz. Italia, Francia e Germania saranno le capofila dell’operazione e hanno invitato gli altri paesi europei a parteciparvi. Ieri i ministri degli Esteri dei paesi dell’Unione Europea hanno dato il via libera alla missione. Il lancio ufficiale è previsto per il 19 febbraio. Tra i paesi candidati ci sono quelli che hanno dato vita alla missione Agenor. Ovvero, oltre a Roma, Parigi e Berlino anche Portogallo, Danimarca, Grecia, Olanda e Belgio. A differenza di Prosperity Guardian, Aspides sarà una missione esclusivamente difensiva. L’obiettivo è difendersi dal gruppo degli Houthi dello Yemen. Ed è comunque previsto l’uso della forza. Le navi italiane impegnate saranno due: la Its Federico Martinengo (F-596) e la Virginio Fasan (F-591).


L’uso della forza

Il Corriere della Sera spiega oggi che l’uso della forza è previsto per proteggere i mercantili dagli attacchi. Si pensa ad attacchi con i droni e missili da fermare. Le regole di ingaggio saranno queste ma è possibile che varino fino all’ultimo giorno di trattativa. Secondo il quotidiano una nave della Marina italiana dovrebbe partecipare ad Aspides. Una seconda fregata, in rotazione, potrebbe essere coinvolta nell’operazione. La Martinengo dall’8 febbraio sarà comunque al comando della missione Atlanta che combatte la pirateria nel Corno d’Africa. La parola Aspides significa “scudi”. La missione fa perno su un mandato delle Nazioni Unite e sugli articoli 42, 43 e 44 del Trattato dell’Unione europea (Tue).


Mezzi civili e militari

L’articolo 42 prevede l’uso di mezzi «civili e militari in missioni all’esterno dell’Ue per garantire il mantenimento della pace, la prevenzione dei conflitti e il rafforzamento della sicurezza internazionale, conformemente ai principi della Carta Onu». L’articolo 44 invece dà la possibilità di affidare a un gruppo di paesi membri, volontari e con capacità adeguate, tali interventi. La missione non prevede attacchi in territorio yemenita. Saranno oggetto di discussione eventuali reazioni ad attacchi di navi militari nemiche.

Leggi anche: