Stellantis, l’allarme di Tavares: «Gli impianti italiani sono a rischio». Il ministro Urso: «Pronti a entrare nel capitale, se ce lo chiedono»

L’Ad dell’azienda ammette i problemi ma addossa la responsabilità al governo. Conte e Schlein: «Basta chiacchiere, lo Stato entri in Stellantis»

«Se non si danno sussidi per l’acquisto di veicoli elettrici, si mettono a rischio gli impianti in Italia». A lanciare l’allarme è Carlos Tavares, Ceo di Stellantis, interpellato da Bloomberg sulle recenti critiche mossa dalla premier Giorgia Meloni contro il gruppo automobilistico italiano. Se in Italia «il mercato dei veicoli elettrici è molto molto piccolo», ha incalzato Tavares, è tutta colpa del governo che «non incentiva l’acquisto di veicoli elettrici». Secondo l’Ad del gruppo, Stellantis è solo «un capro espiatorio» che il governo ha deciso di attaccare per «evitare di assumersi le responsabilità». Nell’intervista rilasciata a Bloomberg, Tavares ha precisato quali sono i due stabilimenti dove i posti di lavoro sono più a rischio: si tratta delle fabbriche di Mirafiori, dove viene prodotta la 500 elettrica, e Pomigliano.


La replica di Urso

A rispondere al capo di Stellantis per conto del governo è il ministro delle Imprese Adolfo Urso, che al termine del tavolo sull’automotive ha commentato così la vicenda: «Se Tavares o altri ritengono che l’Italia debba fare come la Francia, che recentemente ha aumentato il proprio capitale sociale all’interno dell’azionariato di Stellantis, ce lo chiedano. Se vogliono una partecipazione attiva possiamo sempre discuterne», ha assicurato il ministro. Urso ha precisato che nei precedenti incontri con i vertici del gruppo non è mai stata posta una richiesta esplicita di investimento diretto da parte del governo in Stellantis. E ha lanciato una stoccata ai precedenti esecutivi: «L’80% degli incentivi dati negli anni precedenti – ha ricordato – sono finiti ad auto prodotte all’estero, anche da Stellantis, importate e immatricolate in Italia. Questo non è più possibile».


La Cgil: «Da Tavares dichiarazioni gravissime»

Oggi Urso ha convocato sindacati e Stellantis al tavolo automotive per illustrare il nuovo piano di incentivi (con una dotazione di quasi un miliardo di euro) che il governo si appresta ad approvare. Ed è proprio da alcune sigle sindacali che arrivano i primi commenti al botta e risposta tra Tavares e il ministro. «Se confermate, le dichiarazioni dell’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, su Mirafiori e Pomigliano sono gravissime», avverte Michele De Palma, segretario generale Fiom-Cgil. Prima che il governo decida di assecondare le richieste di Stellantis sugli incentivi, la Cgil chiede che al gruppo automobilistico di dare «risposte alle lavoratrici e ai lavoratori italiani», perché «non si possono dare soldi pubblici senza garanzie».

Schlein e Conte: «Basta chiacchiere»

A intervenire sulla vicenda è anche la segretaria del Pd, Elly Schlein. «Basta con le chiacchiere, Meloni fa la faccia dura con Stellantis ma non ha una strategia e il governo si presenta all’azienda con il cappello in mano. Continuano a minacciare di non dare più incentivi, ma Stellantis continua ad utilizzarli senza rispettare le condizionalità», attacca la segretaria dem. Secondo Schlein, il governo dovrebbe prendere «sul serio l’ipotesi di una partecipazione italiana a Stellantis che bilanci quella francese» ma al contempo pretendere dall’azienda «impegni chiari sui livelli di produzione, sul mantenimento dell’occupazione e sulle strategie per l’indotto». Sulla stessa linea si muove anche il leader M5s Giuseppe Conte, che chiede all’esecutivo di far sì che «quelle del ministro Urso non siano solo chiacchiere» e di trattare «l’ingresso dello Stato in Stellantis».

Foto di copertina: ANSA | Lo stabilimento di Stellantis ad Atessa, in Abruzzo (23 gennaio 2024)

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