Stefano Puzzer licenziato, il leader di No green pass non tornerà al lavoro: la sentenza

Da giorni l’ex portuale si aggira per Roma in protesta chiedendo «giustizia»

Niente reintegro al lavoro per Stefano Puzzer. Per l’operatore portuale triestino leader dei no green pass è arrivata la sentenza del tribunale di Trieste, che in appello ha confermato la decisione presa in primo grado a ottobre 2023 nei confronti dell’ex sindacalista del Clpt che aveva presentato ricorso. Puzzer era stato licenziato nell’aprile del 2022 «per giusta causa» dall’Agenzia Lavoro Portuale di Trieste dopo essersi autosospeso rifiutandosi di mostrare il green pass quando durante la pandemia da Covid-19 la certificazione verde era necessaria per andare a lavoro. Da qualche giorno Puzzer è a Roma dove sta protestando contro la decisione dei magistrati indossando un cartello a sandwich e passeggiando per le vie della capitale.


«Ho il diritto di tornare a lavorare»

«Chiedo solo giustizia» da un lato e «licenziato per non aver usato il ricatto del green pass». L’ormai ex portuale ha già annunciato che si rivolgerà alla Corte di Cassazione: «Non mi fermo qui, prima o poi giustizia verrà fatta», ha dichiarato nell’ultimo degli aggiornamenti puntuali pubblicati sui suoi canali social. «Non ho fatto niente di male. Ho tutto il diritto di tornare sul mio posto di lavoro. Non pensavo che l’ingiustizia dello Stato italiano fosse questa. A me non interessa fare il protagonista. Ma mi è stato insegnato che bisogna lottare per i propri diritti. Non mi fermerò, ma ora torno dalla mia famiglia. Prima o poi giustizia sarà fatta. Vi voglio bene», dice ai suoi follower dopo l’amara sentenza.


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