La Cei contro il governo sull’intesa Italia-Albania: «673 milioni di euro buttati per l’incapacità di gestire l’immigrazione»

L’attacco del responsabile per i migranti, monsignor Gian Carlo Perego. Tajani: «No, soldi ben spesi»

È durissimo il giudizio della Conferenza episcopale italiana (Cei) sull’accordo raggiunto tra Italia e Albania per portare in centri di accoglienza temporanea nel Paese balcanico 36mila migranti l’anno sbarcati sulle nostre coste. Un’intesa varata oggi in via definitiva con l’ok a Palazzo Madama. «Oggi il Senato ha approvato l’accordo Albania-Italia per il trattenimento di migranti che la Guardia costiera salverà in mare. 673 milioni di euro in dieci anni in fumo per l’incapacità di costruire un sistema di accoglienza diffusa del nostro Paese, al 16° posto in Europa nell’accoglienza dei richiedenti asilo rispetto al numero degli abitanti», attacca monsignor Gian Carlo Perego, presidente della Commissione per le migrazioni della Cei e di Migrantes. Di più: quei 673 milioni di euro necessari per sostenere i costi dell’intesa saranno «veramente ‘buttati in mare’ per l’incapacità di governare un fenomeno, quello delle migrazioni forzate, che si finge di bloccare, ma che cresce di anno in anno». Così com’è stato costruito, l’accordo tra Italia e Albania sancisce «una nuova sconfitta della democrazia».


Le reazioni politiche

Se il Pd plaude alla presa di posizione della Cei – «una chiara denuncia alle politiche portate avanti dal Governo», sottolinea per il partito Simona Bonafè – appare sorpreso dell’affondo dei vescovi italiani il ministro degli Esteri Antonio Tajani. «Non mi sembrano soldi buttati in mare, poi ognuno ha la sua opinione – ha detto il leader di Forza Italia da Pescara – Sono soldi che vengono ben spesi, per affrontare la questione migratoria con un Paese che è candidato a far parte dell’Unione Europea. Oggi c’era Blinken lì».


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