La vodka, il beverone, il black out: i verbali della ragazza che accusa Ciro Grillo e i suoi amici di stupro di gruppo

La giovane italo-norvegese ricostruisce la notte del 17 luglio 2019: «Ho perso l’equilibrio quando lui mi ha tirato giù.. a quel punto loro mi hanno preso»

La ragazza che accusa Ciro Grillo e i suoi amici di stupro di gruppo ricorda poco o nulla della serata del 17 luglio 2019 in Costa Smeralda. A causa del «beverone», ovvero del mix di vodka e forse altro che le hanno fatto bere secondo l’accusa. Mentre rammenta quello che era successo prima: l’alcool ingerito al Billionaire di Porto Cervo, che l’aveva resa «poco lucida, sì, ma nel momento in cui sono arrivata a casa dei ragazzi ero più lucida». La ragazza italo-norvegese nelle due udienze del 31 gennaio e del 1 febbraio scorsi ha ricostruito la prima violenza subita da Francesco Corsiglia sotto la doccia e poi lo stupro di gruppo degli altri: Ciro, Francesco, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria. Ha parlato dietro un telo nero che la separava dagli avvocati. Raccontando tutto.


La scena

La scena, racconta oggi Repubblica, si svolge nella villetta di Cala di Volpe in uso alla famiglia Grillo. «Al gazebo, mi ricordo che a un certo punto Vittorio ed Edoardo… li ho visti proprio avvicinarsi. Io ero in uno stato… cioè non molto lucido, nel senso che ero tipo persa… un po’ nel vuoto, nel senso che non pensavo a niente». In quel momento Corsiglia l’avrebbe già stuprata. «A un certo punto mi sento tirare per i capell subito dopo mi è stata messa questa bottiglia in bocca… in un solo sorso, ho tipo ingerito una grande quantità di liquido. Il gusto e l’odore mi ricordava la vodka… sì, ma aveva un colore strano…». La ragazza risponde alla domanda su chi le ha infilato la bottiglia in bocca: «Vittorio (Lauria, ndr)». Dopo «sentivo la testa molto pesante. Ero totalmente frastornata, non capivo niente, ero in uno stato confusionale… cioè mi ricordo solo a tratti. Ho perso l’equilibrio quando lui mi ha tirato giù e sono caduta sul letto, sopra di lui… a quel punto loro mi hanno preso».


I ricordi e i flash

La ragazza dice che di quel 17 luglio 2019 «ho molti flash. Io mi sentivo che con la testa… cioè che continuavo a perdere l’equilibrio. Non sentivo il mio corpo». I difensori dei quattro imputati le domandano cosa voglia dire. E lei: «Non sentivo le gambe, non avevo più forza di alzarmi e cercare di divincolarmi». Poi rammenta: «C’erano tutti e quattro, sentivo le loro voci, vedevo anche le gambe intorno a me e sentivo numerose mani sul mio corpo… E che si chiamavano per nome tra loro… Ciro e il nome di Francesco, Edoardo». E infine: . «Poi è successo che ho sentito da dietro i ragazzi che mi hanno presa…». Ovvero: «Mi hanno afferrata… ovunque io ho sentito tanti…». La testa in quel momento gliela teneva qualcuno? «Sì, Vittorio… e la portava verso il suo… ho sentito tante mani sul mio corpo… ovunque… mi tenevano le gambe, poi sono cascata in avanti e ho avuto un black out. Da quel momento non ho più nessun ricordo».

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