Sanzioni, la Ue smentisce Mosca: «La crescita economica della Russia esiste solo sulla carta»

Da Bruxelles e Washington nuova raffica di sanzioni contro Mosca. Il rapporto della Commissione Ue: «Le prospettive di lungo periodo per Putin sono desolanti»

La crescita economica della Russia è solo un’illusione ottica. O almeno questo è ciò che sostiene la Commissione europea, che ha pubblicato un’analisi economica sull’impatto avuto sin qui dalle sanzioni. «Mentre l’economia russa continua a crescere sulla carta, uno sguardo più attento rivela che ciò è dovuto al significativo aumento delle spese militari: il 6% del Pil nel 2024 (pari a 109 miliardi di euro)», si legge nel documento. Secondo Bruxelles, la Russia è diventata a tutti gli effetti «un’economia di guerra», sempre più isolata a livello internazionale e troppo dipendente dal sostegno statale. Nel 2023, ricorda il rapporto Ue, il rublo ha perso oltre il 20% rispetto al dollaro, con la Banca centrale che è stata costretta ad aumentare i tassi di interesse al 16%. Se poi si considera l’inflazione sopra il 7%, «il mercato del lavoro in contrazione» e la dipendenza «dalle risorse energetiche e dall’importazione di tecnologie dalla Cina», ecco che le prospettive economiche per il Paese guidato da Vladimir Putin sono tutt’altro che promettenti.


Un’economia di guerra

Il documento elaborato dalla Commissione europea riprende le stime del Fondo monetario internazionale, che ha previsto per il 2024 una crescita del 2,6% in Russia, ma le colloca in un contesto più ampio. Non solo: secondo l’esecutivo Ue «le prospettive nel medio-lungo termine sono desolanti» per il Cremlino. E il motivo, neanche a dirlo, è legato alla guerra in Ucraina. «L’accesso molto limitato alle tecnologie occidentali a causa delle sanzioni internazionali, l’erosione del capitale umano dovuta alla mobilitazione e all’emigrazione e i massicci investimenti militari con scarse ricadute sui settori civili danneggeranno nel tempo il potenziale economico della Russia», prevedono gli analisti di Bruxelles. Al momento, la guerra in Ucraina è il principale motore della crescita economica russa. La spesa pubblica di Mosca ha raggiunto i livelli più alti di sempre e circa il 40% del budget a disposizione del governo centrale viene speso proprio per sostenere gli sforzi dell’esercito. Nel 2024 la spesa militare della Russia supererà il 6% del Pil, mentre in Italia si attesta sotto l’1,5%.


Una nuova raffica di sanzioni

La pubblicazione del report sullo stato dell’economia russa arriva proprio alla vigilia del secondo anno dall’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito del Cremlino. Un anniversario che coincide anche con l’approvazione da parte del Consiglio Ue del 13esimo pacchetto di sanzioni nei confronti del Paese di Putin. Oggi i 27 Paesi Ue hanno deciso di imporre misure restrittive nei confronti di altre 106 persone e 88 entità «responsabili di azioni che minacciano o compromettono l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina». Misure che Mosca continua a ritenere illegittime, con il ministero degli Esteri che promette di rispondere «ampliando l’elenco dei rappresentanti europei a cui è vietato l’ingresso nella Federazione russa». Alle sanzioni Ue si sommano poi quelle americane. Oggi Joe Biden ha annunciato 500 nuove sanzioni, che prenderanno di mira «individui collegati alla detenzione di Navalny, il settore finanziario russo, la base industriale della difesa, le reti di approvvigionamento e gli evasori delle sanzioni in più continenti».

Foto di copertina: EPA/Gavriil Grigorov | Il presidente russo Vladimir Putin durante l’intervista con Tucker Carlson al Cremlino (Mosca, 9 febbraio 2024)

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