Il generale Vannacci: «Ma dove lo vedete il patriarcato in Italia? Il mio libro è dedicato a mia madre»

Ma frena sulla candidatura: non ho ancora deciso

Il generale Roberto Vannacci si confessa oggi in un’intervista al Corriere della Sera. Nel colloquio con Aldo Cazzullo racconta che ritiene l’accusa di istigazione all’odio razziale «totalmente infondata. Il mio libro è un’ode alle diversità. Ma l’elogio della diversità è ben diverso dalla discriminazione. La diversità consiste nel riconoscere caratteristiche diverse in ognuno di noi: cultura, origini, etnia, religione, credo politico. La discriminazione riguarda i diritti e la dignità; e nei miei libri non vi è traccia di questa esecrabile posizione ideologica». Mentre non ritirerà la querela a Pier Luigi Bersani: «Non sono una persona vendicativa. Ho aspettato il limite giuridico dei 90 giorni prima di sporgere denuncia; ma in tutto quel tempo dall’onorevole Bersani non una parola di ripensamento sulle offese che mi ha rivolto. Non mi aspettavo delle scuse o che si cospargesse il capo di cenere: sarebbe bastata una semplice telefonata tra uomini; per non dire quanto sarei stato soddisfatto per una sincera stretta di mano. Purtroppo non è andata così. Evidentemente abbiamo diversi valori di riferimento».


Netflix e le serie con i gay

Dice di non essere d’accordo sul fatto che gay e lesbiche si nasca: «Il genoma dell’omosessualità non l’hanno mai trovato; e i condizionamenti sociali sono importanti. Trovo inopportuna la massiccia esposizione di modelli omosessuali verso i bambini. Ho cercato in Rete: secondo l’istituto di statistica britannico, i non eterosessuali sono circa il 3,4% della popolazione. Le pare che in televisione la percentuale sia rispettata? Perché su Netflix non approvano una serie se non ci sono scene omosessuali?». Non vuole parlare delle tre inchieste sulla sua presenza a Mosca e dice di non aver rapporti con il suo ministro Guido Crosetto, che rispetta. Aggiunge che Putin è «Un autocrate, che ha avuto il merito di riportare il suo Paese al rango di grande potenza, e ha commesso gli errori che commettono gli autocrati. Motivo per cui non posso stimarlo».


La candidatura

Dice di non aver ancora deciso se candidarsi con la Lega e di aver ricevuto anche altre offerte. Tra Trump e Biden voterebbe Trump. E conferma che secondo lui Benito Mussolini era uno statista: «Mi hanno fatto una domanda a bruciapelo; qualsiasi cosa avessi risposto, sarebbe stata usata contro di me. Se elogio Mussolini, sono fascista. Se non lo elogio, dissimulo le mie idee…». Mentre il fascismo «è finito ottant’anni fa. Sarebbe come dire di essere contro l’antica Roma o contro il Rinascimento». Infine, il patriarcato: «Ma dove lo vede in Italia? Sarà che vengo da una famiglia matriarcale: le decisioni importanti le ha sempre prese mia madre. Mi manca moltissimo: il libro è dedicato a lei».

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