La lezione di Juan Jesus sul razzismo nel calcio: «Le leggi esistenti non vengono rispettate, è ora di vararne di nuove» – Il video

Il difensore del Napoli torna a parlare del tema in una conversazione con un giocatore delle giovanili, in attesa della sentenza sul diverbio con Acerbi

A tre giorni dal diverbio in campo col difensore dell’Inter Francesco Acerbi, Juan Jesus torna a parlare di razzismo, e delle misure necessarie per arginarlo. Lo fa in un video diffuso sui social dal Napoli, che non ha direttamente a che fare col caso di domenica sera. Quella vicenda è ora all’attenzione della procura Figc, che sta raccogliendo tutti gli elementi per capire a fondo cosa sia successo, e venerdì dovrebbe sentire lo stesso Acerbi, affiancato dal suo avvocato. Che l’insulto razzista proferito dal nerazzurro – già costatogli l’esclusione dalla tournée negli Usa della Nazionale – ne emerga alla fine confermato o meno, la piaga del razzismo nel mondo del calcio resta intatta, ed è su questo che si concentra la conversazione di Juan Jesus con un giocatore delle giovanili del Napoli, Mohamed Seick Mane. Uno scambio registrato venerdì scorso, prima dunque del caso in campo a San Siro. È il giovane dell’unger 15 a chiedere conto al difensore della squadra maggiore di come ancora in campo e negli stadi possano volare insulti razzisti nel 2024: «Purtroppo il razzismo è qualcosa che viviamo da tanto tempo. C’è chi dice che la situazione sia migliorata, chi che sia peggiorata. Ci sono delle leggi, ma purtroppo ancora non vengono molto rispettate». Incredibile ma vero sia così, ricorda Juan Jesus considerato che «siamo tutti uguali: bianchi, neri, gialli, fatti da Dio per come la vedo io, abbiamo lo stesso compito, non abbiamo differenze». Eppure negli stadi e sui campi si assiste ancora a episodi di razzismo. «Dobbiamo ancora crescere, ci sono persone che non hanno ancora consapevolezza che questo è qualcosa può ferire. Ma penso che a breve si possano fare delle leggi un po’ più forti per fermare tutto ciò». E nel frattempo, suggerisce il difensore al giocatore under 15 che sogna un giorno di debuttare in Serie A ma ha subito egli stesso offese in campo: «Chi ti insulta così ha un cervello piccolo così. Speriamo non ti succeda più. Ma se ti dovesse risuccedere, tu rispondi semplicemente “Mo ti faccio vedere io”. Fai due gol, lui stai zitto, torni da lui e gli dici “Ecco, ho fatto due gol. Ciao ciao”». E per il resto, è il messaggio a tutti i giovani, calciatori e non, «dico di essere forti di mente, perché il razzismo succede sempre, e non bisogna ascoltare nessuno».


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