Arriva l’esperto che assolve Valditara, perché il post non è «sgrammaticato» nemmeno nel passaggio criticato da tutti

Il giudizio del linguista Massimo Arcangeli, che analizza il post contestato del ministro dell’Istruzione

Sicuramente «migliorabile» ma comunque «corretta» la forma del post del ministro Giuseppe Valditara, almeno secondo il linguista Massimo Arcangeli. Il docente di Lettere dell’Università di Cagliari è intervenuto sul suo profilo Facebook dopo le polemiche sull’intervento social del ministro dell’Istruzione. Dopo che Matteo Salvini aveva proposto «un tetto di alunni stranieri in ogni classe», Valditara aveva di fatto sostenuto la linea del leader della Lega. Ma in un passaggio del suo post, aveva scritto «se nelle scuole si insegni», al posto del più comune «se nelle scuole si insegnerà», come sottolinea Arcangeli che giudica l’espressione desueta, ma che non dimostra ignoranza della lingua italiana. Pur non appoggiando la scelta di Valditara, che definisce «inaccettabile» e espressione del «peggior leghismo a trazione salvinista», Arcangeli puntualizza che «non c’è destra né sinistra che tengano quando si deve svolgere deontologicamente il proprio dovere».


La spiegazione

«Potrà magari non piacere l’alternanza col futuro (“se studieranno”, “se i genitori saranno coinvolti”, “se non vivranno”), ma quel congiuntivo, in cui il “se” ha valore di “qualora, a condizione che”, pertiene a un valore semantico che un linguista definirebbe di “iteratività generalizzante”», scrive in un lungo post pubblicato su Facebook. In cui prosegue spiegando: «Non è un caso che l’uso del “se” in questo preciso significato riscontri un particolare favore nel campo del diritto. Detto questo, il post del Ministro si potrebbe semmai migliorare testualmente. Il “se studieranno”, preceduto dagli “italiani”, si potrebbe opportunamente sostituire con “se gli studenti stranieri” (oppure, onde evitare la ripetizione, “se gli allievi stranieri”) e a “se i genitori” potrebbe subentrare un più puntuale “se i genitori di quegli studenti stranieri” (o “di quegli allievi stranieri”)». «Morale della favola – conclude -: l’ignoranza non è né di destra né di sinistra, e quando un politico o un giornalista “ignori” (o “ignora”, fate voi) qualcosa su cui non ha sufficiente competenza – o non ce l’ha proprio – dovrebbe fare lo sforzo di richiedere il parere di un esperto prima di prodursi in sciocchezze o in sproloqui».


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