La bellezza vistosa di Enrica Bonaccorti e le pose per Playboy: «Mi vergognavo e cacciai un urlo»

L’attrice e conduttrice racconta la sua vita, da Renato Zero all’operazione al seno

Enrica Bonaccorti, attrice e conduttrice, racconta oggi la sua vita e la sua carriera in un’intervista al Corriere della Sera. Nel colloquio con Giovanna Cavalli si parte dalla sua amicizia con Renato Zero: «Avevamo 20 anni. Passavamo così le giornate, aspettando il miracolo. Con Renato mi si era sciolto il cuore, sentivo che dentro aveva una forza esplosiva. Facevamo spettacolini di cabaret. Lo accompagnavo con la 500 beige di mia madre, per non farlo andare in giro da solo, già con piume, trucco e tutine aderenti. A volte mettevo il tailleur e la borsa di mamma e fingevo di essere la sua manager. “Salve, vorrei proporvi lo show di Renato Fiacchini”».


Bellezza vistosa

Dice che di Zero era innamorata. Lui invece «mi voleva bene. Baci ce ne sono stati. E molti abbracci. “Sei tanta”, mi diceva, ridendo delle mie forme prorompenti. Un’amicizia cosparsa di tenerezza e tanti sogni. Parlavamo per ore chiusi nella 500, targata Roma 20947. Negli anni Settanta non ci si fidanzava, si stava insieme e basta». Ma non è vero che arrivarono a un passo dalle nozze: «Era uno scherzo. Tempo fa gli ho chiesto. “Renà, ti ricordi che mi volevi sposare?”. “Enrì, sarò stato ubriaco”». La sua era una bellezza vistosa: «Con un seno esuberante, fiorito dai 16 in poi. Le continue battute dei ragazzi mi davano fastidio. Mi sentivo cercata solo per quello, io che per distrarli citavo Ungaretti. Sognavo di essere sottile come Catherine Spaak, immaginavo di uscire dal mare con la maglietta bagnata sul seno minuto e i capelli lisci, invece li avevo ricci. Per nascondermi curvavo le spalle, i compagni mi infilavano le penne in mezzo alla scollatura».


La riduzione del seno

Finché non ha deciso di ridurlo: «Immagini di farsi tutti quegli anni, quando andavano di moda i seni appena accennati, con il mio. Quelle come me non venivano prese sul serio, non sembravano intelligenti. Mi sono informata, due giorni dopo ero ricoverata in una clinichetta di Primavalle. L’intervento doveva durare 2 ore, dopo 5 non era finito. Mi sono svegliata con un braccio come morto e la lingua che usciva solo a sinistra». Ma oggi dice: «Sono stata una cretina, era il 1981, le donne cominciavano a rifarselo finto. Ma ero felice di avere un seno più piccolo, mi pareva un miracolo. Avevo passato tre provini al teatro Argentina, sarei stata Costanza, la fidanzata di Mozart. In una scena dovevo denudarmi il busto. Ho pensato al mio senone e mi sono decisa».

Due milioni per Playboy

Bonaccorti racconta anche di quando posò per Playboy: «Ho perso mio padre a 19 anni, mamma era insegnante, non potevo appoggiarmi a lei, dovevo guadagnare. Facevo teatro, non bastava. Avevo già mia figlia. Però non era una rivista sconcia, accanto alle foto sexy c’erano articoli di Eco, di Arbasino. Lo fecero pure la Berti, la Zanicchi, Sabina Ciuffini. Mi pagarono 2 milioni di lire. Sul set mi vergognavo: quando il fotografo mi toccò una gamba cacciai un urlo». Infine, racconta di quando lasciò la tv per amore del principe Carlo di Borbone. «Lo vidi entrare in un locale, dopo quattro passi ero già innamorata. “Chi è quello lì? Lo voglio, è mio”. Mi invitò a ballare. Colpo di fulmine. Tutte le mie relazioni migliori sono nate così. Sono stati gli anni più belli, dorati». Pentita di aver mollato? «No, ma il lavoro è come un autobus affollato: se scendi, il posto non lo trovi più».

Leggi anche: