Gite di classe troppo care, il dirigente consiglia assenze di gruppo e viaggi fai da te ma gli studenti si dividono: «Era una provocazione»

A Montebelluna, nel Trevigiano, il preside ha proposto ai genitori di organizzarsi da soli: «Così capiranno quanto è difficile»

Prima è saltata Barcellona per un preventivo esagerato, poi Roma per i tempi troppo lunghi. E così le classi rischiavano di dover rinunciare alla gita scolastica, uno dei momenti formativi più importanti per gli studenti. Così il dirigente dell’Einaudi-Scarpa di Montebelluna, nel Trevigiano, spazientito, ha consigliato ai genitori di organizzarsi da soli. La proposta, che doveva suonare come una provocazione, è stata però raccolta da un gruppo di famiglie e così ora le classi sono spaccate. Tra chi vuole partire a tutti i costi e chi non può, per l’età o per il costo. Tutto è cominciato questo inverno, quando le agenzie di viaggio hanno proposto al preside Massimo Ballon, «dopo mesi di tira e molla», un preventivo «allucinante». Una situazione con cui si trovano a che fare moltissime famiglie in tutta Italia, ora che le gite scolastiche hanno raggiunto costi proibitivi. La scuola si è mossa quindi per valutare un viaggio a Roma, ma l’opzione «non vedeva agenzie in grado di garantire la richiesta, anche perché la necessità di attendere l’esame dei Consigli di classe e degli altri organismi, la raccolta delle adesioni e della quota partecipazione hanno dilatato i tempi». Ballon se la prende con agenzie, albergatori, Cig e Anac che «rendono la vita impossibile alle scuole». Da qui l’idea: proporre a tre classi quarte di grafica e comunicazione di effettuare un’assenza di gruppo programmata, organizzando un viaggio per conto proprio.


Le divisioni

«Nella nostra classe la maggior parte dei ragazzi è minorenne», si sfoga a il Gazzettino una studentessa, «i genitori quindi non consentono il viaggio, anche perché il regolamento d’istituto non permette la giustificazione di assenze di gruppo. Il tutto si è risolto quindi in divisioni interne, perdite di ore di lezione per discutere sull’argomento e un clima generale che è assolutamente in contrasto con quello che dovrebbe essere lo spirito di una classe». Alcuni genitori infatti hanno raccolto la provocazione del preside e hanno iniziato a guardare e proporre preventivi. Ma Ballon ha voluto smorzare le polemiche e chiarire la sua posizione: «Volevo far capire che gestire viaggi d’istruzione per quasi 90 classi non è un gioco da ragazzi e anche far capire che c’è comunque differenza tra “gita” e viaggio d’istruzione: per la gita bastano i genitori». Il dirigente scolastico si è sentito stritolato dalle critiche di alunni, genitori e docenti, che se la prendono con la scuola se il viaggio-studio di fine anno non si riesce a organizzare. «Ho provocatoriamente proposto ai ragazzi», spiega ora, «che se riuscivano ad andare pagando quella che alcuni genitori sostenevano essere una cifra molto inferiore a quella pattuita dalla scuola, garantivano la percentuale dei partecipanti del 75% con il programma didattico previsto dal consiglio di classe, negli stessi giorni previsti e soprattutto con una dichiarazione dei genitori che si assumevano l’onere di responsabilità, avrei accettato la giustificazione dell’assenza».


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