Courtney Love contro tutte: «Taylor Swift? Poco interessante. Beyoncé? Non mi piace»

Nel podcast «Courtney Love’s Women» la leader delle Hole parla anche del marito: «Ho sempre desiderato essere conosciuta come una stronza. Kurt voleva piacere, io no»

Courtney Love, rockstar delle Hole e vedova di Kurt Cobain, ha rilasciato un’intervista con la rivista britannica The Standard in occasione dell’uscita di un podcast in otto puntate della BBC dal titolo Courtney Love’s Women. Ma le dichiarazioni che al momento stanno facendo il tradizionale giro del web ci restituiscono virgolettati sulle sue più celebri colleghe che a tutto fanno pensare tranne che, appunto, ad amore o stima. Niente che non ci si aspetti da Courtney Love, probabilmente l’icona rock femminile più efficace e controversa della storia del genere, tant’è che l’intervista si apre proprio con una confessione: «Dicono che sono antipatica. Si, sono completamente antipatica e non mi scuserò mai per questo. Ho sempre desiderato essere conosciuta come una stronza. Kurt voleva piacere, io no. Ha provato a nascondersi dietro di me e così io ero odiata. Poi è morto e l’odio nei miei confronti ha raggiunto un nuovo livello. Non l’avevo pianificato. Mi andava bene non piacere, l’ho pensato la prima volta quando ho visto Bob Dylan in Don’t Look Back, lui non voleva piacere e ho pensato “si, voglio essere così”»


I commenti sulle colleghe

Il clima dell’intervista inizialmente appariva del tutto sereno: «Con il mio podcast sulla BBC sto cercando di riscattare alcune delle donne che sono state trattate male dall’industria discografica. È fantastico che ci siano così tante donne di successo nel settore della musica – dichiara -, ma molte di loro stanno diventando un cliché. Ogni donna di successo viene clonata, c’è semplicemente troppa musica. Sono tutte uguali. Quando ascolti Spotify vieni bombardato da un sacco di cose che sono esattamente le stesse. Voglio dire – e qui entra a gamba tesa sulla prima collega – mi piace l’idea che Beyoncé faccia un disco country, perché parla di donne nere che entrano in spazi dove prima erano ammesse solo donne bianche, ma non è che mi piaccia molto. Come concetto, lo adoro. Semplicemente non mi piace la sua musica». Colpita Beyoncé passa a una carrellata di commenti su altre star della storia del pop moderno: da Taylor Swift «La Madonna di adesso, uno spazio sicuro per le ragazze ma artista non importante e non interessante» a Lana Del Rey, condannata dopo aver osato pubblicare la cover di una canzone di John Denver: «Dovrebbe prendersi sette anni di pausa dopo la sua versione di Take Me Home Country Roads, fino ad allora la adoravo». Decisamente tranchant nei riguardi di Madonna, con la quale negli anni ha avuto diversi scontri: «Non mi piace ed io non piaccio a lei». In realtà Courtney Love, 60 anni il prossimo 9 luglio, californiana di San Francisco, nell’intervista ne ha anche per altri mostri sacri della storia della musica femminile, se Patti Smith e Nina Simone ne escono illese, va peggio a PJ Harvey di cui apprezza «i primi quattro album, poi ha finito». E se Joni Mitchell ha luce verde «per i suoi primi album, non per quelli sperimentali», di Blondie ricorda quando in collegio «da piccola prima della colazione, al posto delle sacre scritture», recitava i versi di Call Me, «Non ero una superfan – commenta – ma era molto bella». Gli otto episodi di Courtney Love’s Women sono già disponibili nella sezione podcast della BBC.


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