Michele Santoro alla carica contro il sindaco di Roma, pronta la denuncia in procura sul caso delle firme per le Europee

«Il Comune è inadempiente e il Pd non si esprime» dice il giornalista promotore della lista «Pace, Terra, Dignità» alle prese con gli ostacoli burocratici per la raccolta delle firme in vista delle Europee

Michele Santoro denuncerà il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, per aver impedito la raccolta delle firme per la presentazione della lista Pace Terra Dignità alle elezioni Europee di giugno. Lo comunica l’ex conduttore, che aggiunge di aver già dato incarico al suo legale, l’avvocato Lorenzo Borrè, «di denunciare alla Procura della Repubblica il Sindaco di Roma Roberto Gualtieri». La colpa del primo cittadino, secondo Santoro, è di «non aver provveduto, nonostante ripetute bonarie richieste, agli adempimenti previsti dalla legge elettorale per agevolare la raccolta delle firme per la presentazione della lista “Pace Terra Dignità” in vista delle elezioni europee di giugno». La possibilità di poter avviare una raccolta firme per presentarsi alle elezioni è «un diritto di rilievo costituzionale», precisa Santoro, che poi aggiunge: «Riguardo ai voti non c’è solo lo scandalo di Bari, ma anche quello di Roma».


Tutti i partiti che alle ultime elezioni politiche non hanno ottenuto almeno un seggio con il proprio simbolo in entrambi i rami del parlamento sono tenuti a raccogliere 75mila firme per presentarsi alle Europee di giugno. L’11 aprile, la lista Pace Terra Dignità ne aveva ottenute 40mila e Santoro, in un’intervista a Open, si era detto «moderatamente ottimista» sull’esito della raccolta. A guastare i piani dell’ex conduttore televisivo sarebbero i ritardi degli uffici comunali di Roma, che Santoro accusa di «ostruzionismo». «Ho parlato personalmente con l’assessore responsabile dell’ufficio Elettorale, Andrea Catarci, che mi ha detto: “il Comune non è obbligato a farlo”», precisa oggi Santoro. Da qui, dunque, la decisione di procedere per vie legali contro il sindaco Gualtieri. «Il Partito Democratico – aggiunge – non ha avvertito la necessità di esprimersi nel merito della vicenda. Evidentemente si considera un diritto di rilievo costituzionale, previsto dalla legge, come una fastidiosa pratica da non evadere per ragioni non precisate».


In copertina: Michele Santoro durante un evento elettorale a Sassari (ANSA/Vincenzo Garofalo)

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