«Mia figlia di 4 anni a un metro da Pozzolo al momento dello sparo. Ho temuto il peggio»

La testimonianza di un assessore presente alla festa

«Mia figlia dormiva lì vicino. L’ho vista immobile e ho temuto il peggio». A parlare è Davide Zappalà, assessore a Biella e testimone dello sparo di Capodanno nei locali della pro loco di Rosazza. Le sue parole sono agli atti dell’inchiesta che vede indagato il deputato sospeso di Fratelli d’Italia Emanuele Pozzolo. I reati ipotizzati sono lesioni colpose, porto illegale di arma da fuoco, munizionamento in luogo pubblico e omessa custodia. Pozzolo ha presentato 70 querele nei confronti di chi a suo dire l’ha insultato. E sostiene che la perizia che lo accusa di aver sparato sia «sbagliata». Secondo i pm invece forse ha toccato per errore il cane della pistola. Mentre la vittima Luca Campana ha detto che il parlamentare dopo aver sparato non gli ha neanche chiesto scusa.


Le testimonianze

Ma agli atti delle indagini ci sono anche le testimonianze di chi era lì in quel momento. «All’una e mezza mia moglie mi ha dato mia figlia. Era molto stanca. L’ho fatta sedere sulle sedie verdi vicine al tavolo dove c’è stato poi lo sparo. Mi sono allontanato. Subito dopo lo sparo, mia moglie ha cercato mia figlia. Era preoccupata. Ha visto la bambina immobile. Ha avuto paura che ad essere colpita fosse lei. Si è messa a piangere perché ha temuto il peggio», ha fatto mettere a verbale l’assessore. Che ha anche chiarito che Pozzolo non era stato invitato alla festa. «Sapevo che ha una casa a Rosazza, dicono che sia molto grande. Gli ho chiesto se fosse disponibile per Capodanno. Il 9 dicembre Pozzolo non mi aveva ancora risposto. Gli ho scritto su Whatsapp se poteva ospitarci e se voleva passare il Capodanno con noi. Lui mi ha detto di essere già impegnato. Ecco perché non lo abbiamo invitato ufficialmente il 31 dicembre».


Delmastro

Una circostanza confermata anche dal sottosegretario Andrea Delmastro: «Pozzolo è passato due volte alla festa nonostante non fosse invitato. Ma è possibile che io abbia detto a Zappalà di sentirlo per trovare la disponibilità di un luogo per la serata, perché l’ho sempre visto a Rosazza e frequenta abitualmente il paese. Lo conosco molto bene. Siamo amici. Non potevo immaginare che avesse un’arma con sé».

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