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Azione nel caos: dopo Gelmini molla anche Mara Carfagna. «Rispettiamo le scelte ma è grave passare alla maggioranza»

17 Settembre 2024 - 20:08 Redazione
Azione nel caos Gelmini Carfagna mollano Calenda
Azione nel caos Gelmini Carfagna mollano Calenda
A lasciare anche la senatrice Giusy Versace dopo un incontro con Calenda. Dura la nota di partito: «Così si contravviene al mandato degli elettori»

È caos in Azione. Dopo Enrico Costa, il partito di Carlo Calenda perde altri pezzi fondamentali: Mariastella Gelmini, Mara Carfagna e Giusy Versace. Gli addii arrivano dopo gli incontri personali avuti oggi, 17 settembre, con il leader del movimento di centro. Tra le motivazioni addotte da Gelmini c’è «la decisione di entrare nel campo largo» nelle «tre Regioni che andranno al voto in autunno» che la «costringe a prendere atto con rammarico» di non poter «rimanere» nel partito. Dello stesso avviso la senatrice Versace: «Già prima dell’estate avevo manifestato a Carlo Calenda il mio disagio, nonché il mio disappunto rispetto all’ipotesi di aderire a un campo largo anche in Liguria». Dura la nota di partito: «Rispettiamo le scelte personali ma riteniamo grave e incoerente passare dall’opposizione alla maggioranza a metà legislatura»

L’addio di Gelmini

«Il mio percorso in Azione si conclude oggi – spiega Gelmini, che del partito era portavoce -. Ho avuto con Carlo Calenda un confronto sereno e leale e per quanto mi riguarda la stima e la gratitudine nei suoi confronti restano immutati, ma le scelte politiche del movimento a cui ho aderito con entusiasmo due anni fa vanno in una direzione che non posso condividere perché significativamente diversa da quella originaria. Il mio disagio di questi mesi è noto e la decisione di entrare nel campo largo in un’alleanza che comprende il Movimento 5 Stelle e la sinistra di Bonelli e Fratoianni nelle tre regioni che andranno al voto in autunno, mi costringe a prendere atto con rammarico che non posso rimanere. Anche perché non provengo dalla sinistra e non intendo aderirvi adesso: ero e resto una moderata popolare e continuerò con linearità le medesime battaglie. Le legittime scelte regionali, per il contesto in cui sono maturate in particolar modo in Liguria, sono, come è di tutta evidenza, la premessa per uno spostamento di Azione verso il centrosinistra e per la costruzione di un’alleanza politica ‘contro’, cui non intendo partecipare».

Versace: «Il campo largo non può essere la mia casa»

«Devo prendere atto che le scelte politiche, benché legittime, portano il partito in una direzione che non è quella che auspicavo», ha dichiarato la senatrice Versace. Che ha spiegato che le promesse originarie erano differenti: «Due anni fa ho aderito ad Azione con entusiasmo per la costruzione di un centro più forte, moderato e liberale. Alle politiche ci siamo presentati con il progetto del Terzo Polo per costruire uno spazio centrista, indipendente e autonomo, ma nonostante il buon risultato raggiunto, il progetto ha iniziato a vacillare dopo soli sei mesi, lasciando ferite aperte e molti dei nostri elettori delusi». Ma ad allontanare Versace sarebbe stato l’indirizzo preso dal partito nell’ultimo periodo: «È  stata dura motivare le persone e i territori, però ho comunque ritenuto doveroso continuare a lavorare per aggregare e fare squadra. In questo ultimo anno – ha aggiunto – ho accettato, mio malgrado, anche scelte da me non pienamente condivise che hanno portato il partito sempre più rapidamente verso il centrosinistra». Ha quindi deciso di lasciare la formazione di Calenda: «Mi trovo quindi costretta, con grande dispiacere, a lasciare Azione e voglio ringraziare tutti coloro che in questi due anni hanno positivamente collaborato insieme a me».

La risposta di Azione

Azione ha risposto agli addii con una nota sui social dove spiega che il passaggio dall’opposizione alla maggioranza delle tre transfughe contravviene «al mandato degli elettori. Una pratica che contribuisce ad allontanare i cittadini dalla politica. Azione rimarrà invece dove i cittadini l’hanno messa: al centro e all’opposizione del Governo e continuerà a lavorare per costruire un’alternativa ad un bipolarismo fallimentare».

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