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Pensioni, cuneo fiscale, spending review: le mosse del governo per la manovra da 24 miliardi

06 Ottobre 2024 - 09:14 Massimo Ferraro
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Dopo le parole di Giorgetti sui «sacrifici di tutti», la maggioranza si è affrettata a correggere il tiro: «No a nuove tasse»

Bisogna trovare 10 miliardi di euro. Per comporre tutti i tasselli della manovra 2025, confermare la decontribuzione ma anche l’aumento delle pensioni minime. Viale XX settembre i numeri li ha messi nero su bianco e su questo gli alleati sono d’accordo. Quanto alle misure per raggiungere la cifra però, la maggioranza non ha ancora trovato la quadra. Tempo ce n’è, ma non troppo: il varo della manovra era previsto per il 20 ottobre, ma potrebbe già slittare di un paio di settimane. Sicuramente c’è prima di capire come il governo intende trovare le risorse per finanziare una manovra da 24 miliardi: 9 coperti dal disavanzo, 15 di coperture. Dieci miliardi serviranno per mantenere in termini strutturali il tagli al cuneo fiscale, un provvedimento che verrà rivisto per evitare l’effetto soglia che fa perdere reddito disponibili quando si superano i 35mila euro. Parte delle risorse arriverà dal disavanzo, circa 9 miliardi di euro, che sarà più basso dello 0,4% rispetto all’obiettivo di deficit 3,3 del Pil fissato per il 2025. Il ministro dell’Economia Giorgetti ha spaventato gli alleati con l’intervista a Bloomberg in cui ha parlato di sacrifici per tutti, privati e aziende, piccole e grandi. Tradotto: nuove tasse. Una eventualità che Lega e Forza Italia si sono affrettati a scongiurare, e che ha costretto Giorgia Meloni a un confronto con il ministro.

10 miliardi da trovare per la manovra

Secondo Antonio Tajani non sarà necessario chiedere ai contribuenti uno sforzo maggiore. Le coperture si possono trovare altrove, nei «mille miliardi di spesa pubblica, abbiamo tante uscite inutili nei ministeri», e nelle 625 tax expenditures, l’insieme di detrazioni e deduzioni, andando a tagliare quelle più piccole, «che servono a poco».Per il leader di Forza Italia, spending review e limatura delle detrazioni porteranno nelle casse circa 5 miliardi di euro. Una stima più ottimista rispetto a quella del Mef, che si ferma a 3,5 – rispettivamente 2 e 1,5 miliardi. Se i colleghi del Consiglio dei ministri non forniranno una lista di spese da tagliare soddisfacente poi, potrebbero partire i tagli lineari. Tra le proposte di viale XX settembre, un’addizionale Ires tra lo 0,5% e l’1%, 2-3 miliardi da misure fiscali su rivalutazioni, giochi e tabacco, 1-2 miliardi dal concordato, l’aumento della web tax per i giganti tecnologici.

Le pensioni minime

Il governo deve fare poi i conti con le coperture per mantenere l’aumento del 2,7 per cento sulle pensioni minime previsto, una misura temporanea varata nel 2022 e confermata nel 2023 che quest’anno ha portato l’assegno minimo, sommandosi alla rivalutazione Inps, a 614,77 euro. Il provvedimento è costato circa 380 milioni di euro e ora la maggioranza sta studiando un modo per confermarlo e anzi ritoccarlo al rialzo, per portare le pensioni minime a 621 euro.

Foto di copertina: ANSA/GIUSEPPE LAMI

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