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Inchiesta dati rubati, anche Ignazio La Russa e il figlio Geronimo nel mirino degli spioni. I pm milanesi: «Pericolo per la democrazia»

27 Ottobre 2024 - 14:59 Ugo Milano
ignazio la russa
ignazio la russa
Dagli atti di indagine spunta anche il nome di Sergio Mattarella. I magistrati: «Potrebbero essere riusciti a entrare nella sua mail»

Ci sono anche le più alte cariche dello Stato tra le persone finite nel mirino del gruppo di spioni sgominato nei giorni scorsi dalla procura di Milano. Dagli atti dell’antimafia milanese spunta un’intercettazione del maggio 2023 in cui Enrico Pazzali, presidente di Fondazione Fiera Milano e iscritto al registro degli indagati, chiede ai suoi di preparargli un report sul presidente del Senato Ignazio La Russa. «Diciotto luglio, esatto. Abita in via…», dice Pazzali nella telefonata intercettata. A essere coinvolto è anche Geronimo La Russa, figlio della seconda carica dello Stato: «E metti anche un altro se c’è… Come si chiama l’altro figlio? Eh… Geronimo», dice ancora Pazzali.

L’intercettazione su Mattarella

Tra le persone sorvegliate da Pazzali, il super poliziotto Carmine Gallo e gli altri presunti spioni ci potrebbe essere anche Sergio Mattarella. «Noi l’abbiamo spedita a venti persone, più tre mail, una mail intestata a Mattarella, con nome e cognome, che se vanno a vedere l’account è intestato al Presidente della Repubblica», dice in un’altra intercettazione Nunzio Samuele Calamucci, un altro degli arrestati. Da quanto riferisce Ansa, al momento esisterebbe solo questa intercettazione che fa riferimento esplicito al Capo dello Stato. Calamucci e Gallo, scrivono i magistrati della procura di Milano, «lasciano intendere di aver intercettato (…) un indirizzo email assegnato alla massima carica dello Stato, il Presidente Sergio Mattarella o comunque di essere riusciti (…) a utilizzare abusivamente o a clonare il predetto account».

I pm: «Un pericolo per la democrazia»

Che fossero decine le vittime del gruppo di spioni era cosa nota. Ma solo nelle scorse ore si è diffusa la notizia per cui ci sarebbero anche alcune tra le più alte cariche dello Stato nell’elenco delle vittime. «Non è esagerato affermare che si tratta di soggetti che rappresentano un pericolo per la democrazia di questo Paese», scrive il pm Francesco De Tommasi riferendosi alla banda di spioni. Negli atti dell’indagine, il magistrato parla di «soggetti pericolosissimi», perché attraverso le attività di dossieraggio abusivo creavano «vere e proprie banche dati parallele vietate e con la circolazione indiscriminata di notizie informazioni sensibili, riservate e segrete, sono in grado di ‘tenere in pugno’ cittadini e istituzioni».

In copertina: Il presidente del Senato, Ignazio La Russa (ANSA/Fabio Frustaci)

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