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Gli ascolti non lo premiano, il braccio di ferro con il fisco sul villino. Ma Pino Insegno nell’era Meloni quadruplica gli affari da produttore

11 Novembre 2024 - 13:46 Fosca Bincher
Pino Insegno
Pino Insegno
Passa da 93 mila a 469 mila euro in un anno il fatturato della Dream on srls, che controlla insieme al socio Diego Righini. Contenzioso anche con una società di recupero crediti

Con i primi di novembre è finito il contratto in Rai di Pino Insegno, che conduceva Reazione a catena anche nella versione autunnale dopo quella estiva. I risultati sono stati sotto l’attesa e il passaggio di consegne con L’Eredità di Marco Liorni pur essendo stato molto discusso è riuscito però a rialzare gli ascolti del preserale di Rai Uno, battendo in qualche occasione Gerry Scotti su Canale 5. Insegno, che aveva sulle spalle già il flop 2023 del Mercante in Fiera, si è comunque fatto i complimenti da solo per il buon lavoro che ritiene di avere fatto, e si aspetta di essere confermato alla guida di Reazione a catena anche nel 2025. Secondo Insegno la pioggia di critiche di cui è diventato bersaglio nell’ultimo anno avrebbe solo una ragione politica: «L’unico fatto che mi può essere contestato è l’aver pubblicamente appoggiato Giorgia Meloni, una persona che stimo molto. Non ho fatto nulla di male, la mia unica colpa è quella di essere amico della Meloni».

L’era Meloni fa bene agli affari dell’Insegno produttore con il socio Diego Righini

Se in Rai l’esperienza non è stata esaltante, l’era Meloni però ha fatto bene all’Insegno imprenditore. Nelle sue mani, infatti, c’è una società di comunicazione e produzione televisiva e cinematografica che si chiama Dream on: è una srl semplificata di cui ha il 50% del capitale, quota analoga a quella dell’amico Diego Righini, che è amministratore unico della società. Essendo semplificata la Dream on non fornisce grande documentazione sulla propria attività, omettendo la pubblicazione della relazione sulla gestione come della nota integrativa. Ma i numeri parlano da soli: il primo anno di vita nell’era Meloni il fatturato è schizzato da 93.802 a 469.263 euro ed è arrivato un piccolo utile di 11.840 euro accantonato a riserva straordinaria. Negli ultimi anni la Dream on ha lavorato anche con la Rai, per cui ha prodotto nel 2021 “Andiamo a 110”, una serie documentaria su come utilizzare il superbonus 110% condotta da Carolina Rey che certo non rientrerà nella lista dei programmi del cuore del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti.

Il lungo contenzioso con il fisco e con Mps, il villino romano ipotecato e poi pignorato

Insegno risulta azionista al 30% anche della Mgi advisor di Giulia Marronaro, una società di brokeraggio assicurativo che però non ha depositato dati di bilancio aggiornati (nel 2022 sembrava quasi inattiva, con zero ricavi). Nella scheda del comico e conduttore traspare invece un lungo braccio di ferro con il fisco e pure con una società di recupero crediti rilevati da Mps. L’Agenzia delle Entrate-Riscossione di Roma il 28 ottobre 2019 aveva infatti iscritto ipoteca sul villino di cui Insegno è proprietario nella capitale per un debito che l’attore aveva nei confronti del fisco di 500.678,02 euro. L’ipoteca è stata allargata dall’Agenzia delle Entrate anche sulla quota (1/6) di proprietà che Insegno ha di una abitazione a Tarquinia, in provincia di Viterbo. Il 2 marzo del 2021 l’ufficiale giudiziario della Corte di appello di Roma ha poi proceduto al pignoramento del villino romano di Insegno a favore di Siena Npl 2018 srl che aveva acquistato nel 2017 una bella fetta dei crediti di difficile incasso del Monte dei Paschi di Siena. Entrambe le azioni esecutive risultano formalmente esistenti nel profilo di Giuseppe Insegno al registro della Camera di commercio e anche nella scheda dei singoli immobili ipotecati o pignorati presente nel registro Sister dell’Agenzia del Territorio. Sulla carta però è possibile che il debito sia stato saldato e la fine delle azioni esecutive non sia ancora stata formalmente registrata.

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