In Evidenza Benjamin NetanyahuDonald TrumpGoverno Meloni
ESTERIArmiEUtopiaGoverno MeloniMissiliParlamento europeoUcrainaUnione europea

«Sì alla fornitura di missili a lungo raggio all’Ucraina»: la risoluzione del Parlamento Ue divide sia la maggioranza che le opposizioni

28 Novembre 2024 - 16:43 Bruno Gaetani
risoluzione ue ucraina missili lungo raggio
risoluzione ue ucraina missili lungo raggio
L'appello di Josep Borrell: «Non dobbiamo nascondere i costi della guerra, ma i governi Ue ora decidano cosa fare»

L’Unione europea dovrebbe rafforzare il sostegno militare all’Ucraina, anche attraverso la fornitura di aerei e missili a lungo raggio. A chiederlo è il Parlamento europeo, che oggi – giovedì 28 novembre – ha approvato una risoluzione che accoglie con favore la decisione di Joe Biden di consentire a Kiev l’uso di sistemi missilistici su obiettivi militari all’interno del territorio russo. La richiesta rivolta ai governi Ue è di fare altrettanto, seguendo l’esempio dell’alleato americano. «Credo che sia necessario oggi più che mai non permettere a Putin di guadagnare tempo e spazio. Solo col coraggio e con la determinazione si avrà una pace giusta per gli ucraini», scrive su X Pina Picierno, eurodeputata Pd e vicepresidente del Parlamento europeo.

La risoluzione Ue sulla guerra in Ucraina

La risoluzione non legislativa sull’Ucraina è stata approvata a Strasburgo con 390 voti favorevoli, 135 contrari e 52 astensioni. Il testo chiede alla comunità internazionale di adottare «azioni rapide e decisive per affrontare l’allarmante escalation della guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina». Il documento condanna poi l’uso da parte della Russia di truppe nordcoreane contro l’esercito ucraino e i suoi test di nuovi missili balistici in Ucraina. Questi eventi, si legge nella risoluzione, «rappresentano una nuova fase della guerra e un nuovo rischio per la sicurezza dell’Europa».

Governo e opposizioni spaccate

La risoluzione sul sostegno all’Ucraina ha diviso sia la maggioranza di governo italiana sia il «campo largo» dei partiti di opposizione. Se si guarda alle forze politiche che sostengono l’esecutivo di Giorgia Meloni, il testo discusso oggi a Strasburgo ha ricevuto l’appoggio di Fratelli d’Italia e Forza Italia, con la Lega che si è detta contraria. Tra le opposizioni, ha votato a favore il Partito democratico, con i due eurodeputati indipendenti – Marco Tarquinio e Cecilia Strada – che si sono astenuti. Contrari i voti del Movimento 5 stelle, mentre si astiene Alleanza Verdi-Sinistra, con un’unica eccezione: l’ex sindaco di Roma Ignazio Marino, eurodeputato dei Verdi, che ha votato a favore del documento. Gli altri eurodeputati verdi hanno poi diffuso una dichiarazione congiunta: «In merito alla risoluzione sull’Ucraina votata ieri al Parlamento europeo, ribadiamo la nostra contrarietà a tutte le parti del testo relative all’invio di armi a cui ci siamo opposti anche con il nostro voto in plenaria, mentre abbiamo accolto con favore gli emendamenti proposti dal gruppo Left in cui si chiede una de-escalation del conflitto».

Zingaretti chiarisce la posizione del Pd

A chiarire la posizione del Pd sulla risoluzione di sostegno all’Ucraina è Nicola Zingaretti, ex segretario di partito e oggi a capo della delegazione di eurodeputati dem a Strasburgo. «Il testo mantiene insieme alla richiesta della difesa del diritto internazionale, l’impegno alla ricerca di una soluzione diplomatica, il protagonismo dell’Europa per portare avanti una proposta di pace e la richiesta di un impegno crescente al sostegno di aiuti umanitari», ha detto Zingaretti, annunciando il voto favorevole della delegazione del Pd. L’ex governatore del Lazio ha precisato che il suo partito resta contrario all’utilizzo di sistemi missilistici avanzati su territorio russo, così come condanna «l’utilizzo delle mine antIuomo». Gli emendamenti per togliere dalla risoluzione i riferimenti ai missili a lungo raggio sono stati bocciati. Ma alla fine il Pd ha deciso di votare comunque a favore del testo.

Borrell: «Per Kiev è l’ora della verità»

A tornare a parlare di sostegno all’Ucraina è anche Josep Borrell, al suo penultimo giorno da Alto rappresentante Ue. «Abbiamo raggiunto il punto di rottura: ora è il momento in cui le capitali europee devono scegliere davvero», ha tuonato lo spagnolo. «L’anno scorso – ha continuato Borrell – il conto per il sostegno a Kiev è stato di 125 miliardi, per il prossimo anno sarà di più. E gli Stati membri hanno detto no. Dobbiamo spiegare alla gente che cosa è a rischio, non nascondere i costi della guerra. E credo che non lo facciamo abbastanza: il conflitto per noi non è gratis, bisogna essere onesti».

In copertina: Il Parlamento europeo in seduta plenaria (EPA/Ronald Wittek)

Articoli di ESTERI più letti
leggi anche