Siria, la decisione dei vescovi cristiani ad Aleppo: «Restiamo con la nostra gente. Chiediamo preghiere»
«Restiamo», riferisce all’Ansa mons. Hanna Jallouf, vescovo dei latini e francescano. Nonostante Aleppo, in Siria, sia ormai finita sotto il controllo degli jihadisti del gruppo Hayat Tahrir al-Sham e dei ribelli al regime del dittatore Bashar al-Assad e puntino ora su Hama, i vescovi di tutte le confessioni cristiane hanno deciso di non abbandonare la città per «rimanere tutti con la nostra gente». Non sono saliti quindi sui convogli delle Nazioni Unite, già partiti per portare civili e funzionari al sicuro. I religiosi contano sui buoni rapporti stabiliti dagli otto francescani presenti in città con tutte le comunità locali. Costanti i contatti con l’ambasciatore italiano a Damasco Stefano Ravagnan mentre tutti si chiudono in casa per il coprifuoco imposto dai miliziani scattato alle 16 italiane e che durerà 24 ore.
La conquista di Aleppo vista dal francescano: «Caos e paura, ma forse c’era un accordo»
«Siamo i primi ad averlo deciso», rivendica con coraggio monsignor Hanna Jallouf. La decisione non era semplice dopo l’incursione del gruppo militante islamista e il conseguente bombardamento portato avanti dalle truppe russe: «C’era molto caos per le strade, la gente ha paura», riporta il vescovo dei latini. Che è riuscito anche a fare una visita alle comunità locali prima di chiudersi in casa come stabilito dai ribelli: «Stanno tutti bene, grazie a Dio. Ora siamo tutti dentro per il coprifuoco». E poi lascia anche una sua riflessione all’Ansa sugli eventi delle ultime ore: «Tutto è successo in due giorni, può darsi che c’era già un accordo per fare questo».
Il passato che ritorna
«La gente ha paura della situazione» e anche del fatto che nella confusione di queste ore possano innescarsi «ruberie e violenze». Un ritorno al passato, alla guerra che ha sconvolto e che ancora dilania la Siria dal 2011, ma che da molti era stata dimenticata. L’incubo, come spiega monsignor Hanna Jallouf, è di «tornare al passato, con le violenze, la mancanza di cibo, acqua e dell’essenziale». Tutti ora stanno chiusi in casa per stare al sicuro.
«Tutti chiedono preghiere»
«Tutti chiedono preghiere», dice all’agenzia Fides padre Hugo Alaniz, sacerdote dell’istituto del Verbo Incarnato. Il sacerdote ha anche confermato che quasi tutta la città di Aleppo sarebbe ora in mano ai ribelli. Alaniz era insieme a monsignor Hanna Jallouf: «Siamo andati a trovare alcune delle nostre comunità e continueremo i nostri giri nelle prossime ore». Nell’area adiacente alla residenza episcopale ci sono le suore carmelitane e le suore di Madre Teresa di Calcutta, con i 60 anziani da loro accuditi. I giovani della residenza universitaria e altre suore si sono spostati in altre parti della città.
In copertina: EPA/BILAL AL MAHMOUD I Sfollati interni arrivano in un rifugio nella città di Al-Bardaqli, vicino alla città di Sarmada, a nord di Idlib, in Siria, il 28 novembre 2024.