Soldati europei in Ucraina dopo il cessate il fuoco, anche l’Italia pronta a contribuire. Crosetto: «Peacekeeping? Noi eccelliamo»
Un contingente di soldati europei per garantire il rispetto del cessate il fuoco tra Russia e Ucraina. È la proposta di cui stanno discutendo in queste ore i governi occidentali, caldeggiata a quanto risulta dall’Amministrazione Usa entrante. Non è un mistero che Donald Trump voglia chiudere in fretta la pagina della guerra in Est Europa, e che voglia disimpegnarsi economicamente e militarmente da quello così come da altri teatri di crisi mondiale. Gli europei non possono permettere che Putin vinca di fatto la guerra, vogliono fornire a Kiev quelle garanzie che gli Usa potrebbero presto non dare più, ma devono fare buon viso a cattivo gioco di fronte al cambio di linea a Washington. Da qui l’idea del piano di schierare le forze congiunte di peacekeeping, sulla scorta di quanto già sperimentato ad esempio nei Balcani o in Libano. Emmanuel Macron, il presidente francese che ha “battuto sul tempo” tutti gli altri leader europei ospitando lo scorso week-end Donald Trump all’Eliseo (prima a tu per tu, poi insieme a Volodymyr Zelensky), ha discusso oggi del piano col premier polacco Donald Tusk. E anche la Germania lo sta valutando. Il governo (in scadenza) di Berlino «non esclude la possibilità di un’operazione di peacekeeping con l’invio di soldati europei in Ucraina», ha detto oggi la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock, ma prima di arrivare a ciò «serve che Vladimir Putin sia disposto a parlare di pace». E ad oggi, ha ribadito la ministra, «questo non è il caso».
L’Italia pronta a fare il suo (forse)
E l’Italia, che ne pensa? Stando alle dichiarazioni rilasciate oggi, prende in seria considerazione il tema, anche se gli accenti in proposito nel governo sono diversi. «Io spero di parlare di pace, di peacekeeping il prima possibile in Ucraina, ma anche a Gaza e in Libano», ha detto il ministro della Difesa Guido Crosetto, confermando da Madrid che «Noi siamo disponibili a svolgere questo ruolo, nel quale ci siamo sempre distinti come nazione». Decisamente più prudente la valutazione di Antonio Tajani: «Adesso dobbiamo innanzitutto arrivare alla pace giusta, è prematuro parlare di qualsiasi iniziativa del giorno dopo», ha detto il ministro degli Esteri a margine di un vertice a Berlino. «Si valuterà, valuteranno i capi di Stato e di governo, ma intanto adesso vediamo cosa accade, se e quando si concluderà la guerra. È importante che Stati Uniti ed Europa lavorino insieme, e con l’Ucraina, per raggiungere una pace giusta, che non significhi una resa dell’Ucraina».
Il via libera preventivo da Kiev
Ucraina che, dal canto suo, ha confermato nelle scorse ore di essere aperta alla proposta. Una missione europea di peacekeeping «potrebbe contribuire a garantire un futuro accordo volto ad assicurare una pace nella guerra con la Russia», ha detto un alto funzionario di Kiev all’Afp. Memore soprattutto della sorte dei precedenti accordi di tregua con Mosca (su tutti quelli di Minsk siglati dopo l’annessione della Crimea). «Putin rompe sempre il cessate il fuoco, lo ha fatto decine di volte, non solo in Ucraina. Ecco perché abbiamo bisogno di garanzie, e la presenza di contingenti militari può essere una di queste». Secondo il Corriere della Sera, gli Usa avrebbero stimato la necessità di circa 200mila soldati per pattugliare adeguatamente tutto il fronte, anche se gli europei potrebbero essere disposti a mobilitare un numero ben più basso di truppe.
In copertina: Giorgia Meloni con Guido Crosetto alla celebrazioni del 163esimo anniversario della fondazione delle Forze Armate italiane – Roma, 3 maggio 2024 (ANSA/FABIO FRUSTACI)