Tutti quelli che hanno scritto un articolo di addio a Jimmy Carter, ma sono morti prima di lui


Quando il 39esimo presidente degli Usa Jimmy Carter è morto lo scorso 29 dicembre all’età di 100 anni, molti articolo di addio – quelli noti nel mondo anglosassone come obituaries – erano già pronti da decenni. Alcuni erano stati preparati talmente tanto tempo addietro che gli stessi autori dei cosiddetti «coccodrilli» non hanno vissuto abbastanza per vederne la pubblicazione, come riporta il Washington Post. Già, perché Carter il suo mandato presidenziale (uno solo) lo terminò nel lontano 1981. Ma è poi stato incredibilmente longevo, sopravvivendo pure a una lunga serie di annunci o indiscrezione di morte puntualmente rivelatisi falsi. Roy Reed, ex reporter del New York Times che ne ha co-firmato l’obituary, è morto ad esempio nel 2017. Edward Walsh, corrispondente dalla Casa Bianca per il Washington Post durante l’amministrazione Carter, è scomparso nel 2014. Anche Harold Jackson, che scrisse il coccodrillo per il Guardian, è morto nel 2021. I necrologi anticipati permettono di offrire un racconto ai lettori della vita di figure storiche con profondità e precisione nell’immediato post-mortem.
Il racconto di Larry Eichel che scrisse l’articolo nel ’90
Larry Eichel, che scrisse il coccodrillo di Carter per il Philadelphia Inquirer nel 1990, è invece sopravvissuto al presidente ed è stato testimone della pubblicazione del suo lavoro, il primo per il giornale in 16 anni dopo il suo ritiro. «Gli ex presidenti sono sempre in cima alla lista dei necrologi preparati in anticipo», ha raccontato Eichel al Washington Post. «Sono persone importanti, figure storiche di rilievo. È necessario dare loro il giusto trattamento, e non puoi farlo all’ultimo momento». Era il 1990 quando a Eichel venne data indicazione di scrivere il testo sulla morte di Carter. «Ero tra un incarico e l’altro, e stavano cercando qualcosa di utile da farmi fare. Mi occupavo di politica e, all’epoca, c’erano quattro ex presidenti ancora in vita: Nixon, Ford, Reagan e Carter. Un redattore mi disse: “Perché non scrivi i necrologi di tutti e quattro in anticipo?” Ovviamente, gli altri tre sono stati usati relativamente in fretta», ha ricostruito. Eichel è uno dei pochi reporter storici che ha potuto vedere la pubblicazione del proprio articolo sulla morte dell’ex presidente americano Jimmy Carter.