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Le meteore di Sanremo: le dieci canzoni della storia del Festival che abbiamo amato e dimenticato

02 Febbraio 2025 - 09:37 Gabriele Fazio
Alessandro Canino Brutta Sanremo 1992

1992 – Alessandro Canino – Brutta

Si tratta di uno dei primi tormentoni che l’estate eredita dal Festival di Sanremo, quando i due mercati, quello invernale e quello estivo erano ancora ampiamente separati. A cantarla è Alessandro Canino, ai tempi aveva 18 anni, è cresciuto sotto le sapienti ali di Giancarlo Bigazzi e nel 1992 viene inserito da Pippo Baudo nel cast del suo Festival, sezione: Novità. Con lui, tra le giovani promesse da lanciare quell’anno, Tosca, Gatto Panceri, gli Statuto e, soprattutto, Aleandro Baldi e Francesca Alotta, imbattibili con la loro Non amarmi, che diventerà di lì in avanti uno dei duetti più cantati nei karaoke italiani. Brutta è composta insieme a Beppe Dati, autore spinto alla scrittura da Gianni Rodari e che nella sua carriera ha collaborato a brani come Cosa resterà degli anni ’80 e Oggi un Dio non ho di Raf, Disperato di Marco Masini, Gli uomini non cambiano di Mia Martini, Cirano e Don Chisciotte di Francesco Guccini. Alla fine in quel Sanremo Brutta si classifica solo sesta, ma una canzone nella quale, per dirla alla Max Pezzali nella serie Hanno ucciso l’uomo ragno, una ragazza «viene insultata tutto il tempo» (battuta poco piaciuta a Canino) non poteva non creare un certo scalpore in un’epoca di canzoni d’amore struggenti e romanticismo molliccio e spudorato. Ecco così il successo, il tour con il Cantagiro, addirittura la traduzione del pezzo in spagnolo, che diventa Fea (almeno così si legge sulla pagina wikipedia dedicata al brano, ma noi non ne abbiamo trovato traccia in rete). Poi il buio, Canino fa un disco che vanta i cori di un’emergente Irene Grandi, tornerà ben due volte al Festival, stavolta nella sezione Big, l’anno successivo con Tu tu tu tu e nel 1994 con Crescerai, ma senza brillare. Negli ultimi anni ha pubblicato un libro di cucina (titolo: Brutta ma buona. Assolutamente geniale) e lo abbiamo rivisto in tv a The Winner is condotto da Gerry Scotti su Canale5 e Ora o mai più su Rai1 con Amadeus, ma nell’attuale discografia sembra che l’ormai 51enne Canino non trovi una collocazione. Ci resta però una spiegazione in prima persona del suo unico successo e, come al solito, il pubblico non c’ha capito niente: «La mia canzone Brutta oggi potrebbe essere letta come un inno contro il bullismo e non è affatto un insulto. Forse chi la definisce tale non l’ha mai ascoltata davvero. Racconta un episodio realmente accaduto, un compleanno di una mia amica. Parla del sentirsi inadeguati, una situazione che molti vivevano e vivono ancora oggi soprattutto nell’adolescenza. Sapevamo di avere un argomento forte, ma non immaginavamo che sarebbe diventata una hit intramontabile della musica italiana. Brutta è un marchio di fabbrica che mi distingue in tutto il mondo. In Italia si conosce il successo italiano, ma all’estero Brutta è considerata una delle canzoni manifesto di Sanremo. È conosciuta ovunque».