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Codice della strada, la circolare del governo smonta la linea Salvini sulle «canne prima di guidare»: come devono cambiare i controlli

07 Maggio 2025 - 14:16 Bruno Gaetani
codice strada-sostanze-stupefacenti-circolare-governo
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Il documento inviato alle prefetture recupera il principio dello stato di alterazione psico-fisica. Via la norma del nuovo Codice della strada che aveva scatenato dure polemiche, anche da Vasco Rossi. Il chiarimento del Mit che conferma: «Restano i test sull'uso di droga alla guida»

C’è una circolare dei ministeri dell’Interno e della Salute, approdata sulle scrivanie delle prefetture di tutta Italia, che riscrive alcuni dei punti più controversi della stretta alle sostanze stupefacenti introdotta con il nuovo Codice della Strada, entrato in vigore il 14 dicembre scorso. Lo riporta Repubblica, secondo cui il nuovo documento sconfessa di fatto l’impostazione voluta da Matteo Salvini. In base al testo originale della legge, le sanzioni per chi fa uso di sostanze stupefacenti si applicano a prescindere dagli effetti sulla capacità di guidare e quindi dal momento dall’assunzione. Quel principio non vale più, perché si chiarisce che per accusare qualcuno occorre accertare che la sostanza assunta «produca ancora i suoi effetti nell’organismo durante la guida».

Le novità introdotte dalla circolare

In un altro passaggio, spiega Repubblica, la circolare dettaglia ancora meglio come devono avvenire i controlli. Per far scattare le sanzioni occorre provare che la sostanza sia stata assunta in un periodo di tempo «prossimo» alla guida del veicolo. Questo passaggio introduce modifiche importanti, perché i ministeri della Salute e dell’Interno recuperano di fatto il criterio dello stato di alterazione psico-fisica. Un’altra modifica sostanziale è che lo stato di alterazione non deve essere valutato da un medico ma, spiega la circolare, da carabinieri e polizia, che devono sottoporre la persona a un test salivare. Solo in caso di positività vanno prelevati due campioni di saliva, che saranno sottoposti ad analisi «di conferma», le uniche che possono portare effettivamente a un’incriminazione.

Lo scontro tra Salvini e Vasco Rossi

Uno dei critici più feroci della stretta sulle sostanze stupefacenti introdotta con il nuovo Codice della strada è stato Vasco Rossi. «Dal 14 dicembre il ministro Salvini ha fatto in modo per il vostro bene che se anche avete fumato una canna una settimana prima e venite fermati potete essere arrestati immediatamente e vi viene ritirata la patente per tre anni», aveva detto il cantante in un video pubblicato sui social. Un commento a cui aveva risposto lo stesso leader leghista, che aveva invitato Vasco Rossi a «parlare con le vittime della strada».

Le polemiche sul nuovo Codice della strada

La circolare inviata nelle scorse ore alle prefetture e a tutte le forze dell’ordine modifica alcuni dei punti più controversi del nuovo Codice della Strada. In base all’impostazione voluta dal ministro Salvini, che puntava tutto sul principio attivo rinvenuto nel corpo, si rischiava di incorrere in una sanzione anche per aver assunto una sostanza diversi giorni prima di mettersi alla guida, quando ormai gli effetti erano totalmente svaniti. Questo passaggio della legge aveva provocato molte critiche, per esempio tra chi è costretto a fare uso di cannabis per finalità terapeutiche.

La smentita del Mit: «Confermati i test per la presenza di droga alla guida»

In una nota, il ministero dei Trasporti nega che la direttiva sugli stupefacenti alla guida contraddica le novità del codice della strada su «droga zero». Nessuna nuova circolare che contraddice le novità del codice della strada sulla droga zero. In particolare, la direttiva che disciplina le modalità dei controlli sull’uso di stupefacenti «è stata adottata l’11 aprile in piena coerenza con le nuove regole che puntano a punire chi si mette alla guida dopo aver assunto droghe e superando il concetto (soggettivo e non dimostrabile) di “stato di alterazione”». Il Mit ricorda poi come il ministro Salvini avesse ribadito che l’assunzione di droga è ben diversa dall’uso di farmaci, anche cannabinoidi, con l’obiettivo di non penalizzare chi è sottoposto a cure mediche.

Foto copertina: ANSA/Andrea Fasani

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