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Eurovision 2025, Gabry Ponte: «”Tutta l’Italia” non è un brano sovranista. Craxi? Non lo riabilito, uso l’ironia»

16 Maggio 2025 - 13:43 Gabriele Fazio
Il dj torinese, nell'incontro con la stampa prima della finale, risponde anche alle accuse di Tommy Cash: «Mi scrivo la mia musica, la produco dall'inizio alla fine, questo è il mio lavoro»

«Fuori dalla mia comfort zone», così ha risposto Gabry Ponte alla stampa italiana durante un incontro organizzato alla vigilia della finale dell’Eurovision Song Contest 2025. «Non sono assolutamente ossessionato dal vincere ha spiegato il dj 52enne torinese – ho deciso di partecipare con cuore ed entusiasmo, ma sapendo benissimo che, oggettivamente, non credo di avere tante possibilità di vincere». In realtà la sua Tutta l’Italia, brano scritto come «inno per il concerto di San Siro da regalare ai fan» e diventato, su idea di Carlo Conti, sigla dell’ultima edizione del Festival di Sanremo, rispetta in maniera abbastanza quadrata i canoni dell’estetica musicale dell’Eurovision Song Contest 2025. Tanto che San Marino ha chiesto al dj di partecipare al contest e avere la possibilità così di partecipare all’evento. Detto, fatto: «Arrivare a 52 anni, con più di 25 di carriera, avendo ancora prime volte è bello, per questo quando San Marino mi ha invitato a partecipare al contest ho accettato subito».

Il dissing con Tommy Cash

Ascoltando i brani in gara durante le due semifinali, non si ha affatto l’impressione che Tutta l’Italia sia così fuori dal contesto Eurovision 2025. L’unica differenza, al limite, è che il titolare, il volto, della canzone è un dj e non un cantante, cosa sulla quale tra l’altro l’estone Tommy Cash, interrogato sull’argomento, ha espresso, con la sua solita verve, critiche abbastanza nette. Gabry Ponte ha risposto per le rime: «Credo che non ci sia nulla di strano, mi scrivo la mia musica, la produco dall’inizio alla fine, questo è il mio lavoro. Poi la faccio cantare ad altri perché cantare non è il mio lavoro. D’altra parte ci sono un sacco di cantanti che cantano canzoni di altri. Secondo me il discorso finisce qua, senza fare polemica: sono due lavori diversi, servono entrambi. La maggior parte dei pezzi all’Esc sono pezzi elettronici, vuol dire che dietro c’è una persona che ha passato anni ad imparare a produrre».

Le accuse di sovranismo e il rapporto con Craxi

Naturale anche una risposta per chi ha individuato in Tutta l’Italia una certa matrice nazionalista, filo governativa, ma il dj garantisce: «Ci hanno tacciato di sovranismo, ma non c’è nessuna ideologia politica nella scrittura del pezzo». E a proposito del verso «Beato santissimo Craxi», che sembrerebbe voler illuminare il personaggio politico sotto una luce differente da quella scelta per lui dai tribunali italiani, il producer commenta: «Non dobbiamo mai dimenticarci che la musica è divertimento e questo è un genere leggero, per far divertire le persone, la chiave è ironica. Abbiamo parlato di stereotipi della cultura italiana, dell’italianità e lo abbiamo fatto con il sorriso».

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