Eurovision 2025: quanta pop dance, sorpresa Australia, delude la favorita Austria. Il meglio e peggio della seconda semifinale


La seconda semifinale dell’Eurovision Song Contest 2025 di Basilea ha decretato ieri gli ultimi dieci paesi che accedono alla finale di sabato, per la quale gli italiani dovranno spostarsi su RaiUno, dove comunque ritroveranno il commento di Gabriele Corsi e BigMama. Gli ultimi finalisti scelti attraverso il televoto del pubblico europeo sono: Lituania, Israele, Armenia, Danimarca, Austria, Lussemburgo, Finlandia, Lettonia, Malta e Grecia. Show che si stiracchia in modo farraginoso, questo dovuto soprattutto alle sonorità dei brani che si sono sfidati durante la serata.
A farla da padrone un sound pop dance proposto in quantità smisurata, brani che si assomigliavano in maniera inquietante, scimmiottamenti del pop americano che hanno tentato di mimetizzarsi grazie a scenografie e coreografie psichedeliche, che non sono riuscite però a mascherare un livello oggettivamente bassetto. Il tutto alternato ad un altro trend: canzoni che sembrano estratte da musical, come quelle di Lettonia, Serbia e Georgia, tutte caratterizzate da interpretazioni intense ma dimenticabili.
Il meglio della seconda semifinale dell’ESC 2025
Bene l’Armenia, la canzone si intitola Survivor, a cantarla Parg, che non ha una voce indimenticabile, ma è armato di un fascino anni ’90 alla Lorenzo Lamas che gasa e porta fino alla finale. Molto bene anche Miriana Conte, papà napoletano, in gara per Malta con Serving, pop ammiccante ma audace, ricco di buonissime idee e tanti colori, messo in scena benissimo sul palco, che la ragazza domina con la naturalezza di una star guadagnandosi una sacrosantissima finale. Finale che avrebbe meritato anche Adonxs, una specie di Cillian Murphy ceco, e la sua Kiss Kiss Goodbye. Un artista carico di presenza, potenza e stile, tutte qualità che tornerà a mostrare nel suo paese.
I brani migliori
La serata era cominciata bene, talmente bene che apprendere a fine show dell’eliminazione di Go-Jo e della sua Milkshake Man, in gara per l’Australia, fa storcere il naso. Sicuramente parliamo di una delle poche proposte interessanti di questa seconda semifinale e, più in generale, di questa edizione dell’Eurovision Song Contest. Il pezzo è fortissimo, l’immaginario anni Ottanta più che rievocato è celebrato con gusto e divertimento, e poi un’esibizione davvero piacevole e coinvolgente. Pazienza. Gran bella figura da parte del Lussemburgo, che per questo ESC schiera Laura Thorn con La poupée monte le son, brano pensato meravigliosamente bene, misurato e ficcante, dalla quale la brava artista spreme un intrigante girl power.
Il peggio della seconda semifinale dell’Eurovision
Piazzata strategicamente a inizio serata, in seconda fila, la montenegrina Nina Žižić con la sua Dobrodošli, un’ora dopo il mondo sarebbe caduto all’unisono tra le braccia di Morfeo. Brano dalle atmosfere scandinave ma senza sangue quello dell’irlandese Emmy (Laika Party); entra da un orecchio ed esce dall’altro. Non ci ha pienamente convinti nemmeno la Grecia, buona intensità nell’interpretazione da parte di Mariam Shengelia, ma il pezzo, Freedom, non buca lo schermo.
Un po’ come New Day Will Rise, cantato da Yuval Raphael, in rappresentanza di Israele, debole e dimenticabile, che strappa uno sbadiglio. Ma risentiremo entrambe sabato in finale. Così come la Danimarca, con Sissal e la sua Hallucination, cui turno arriva quando siamo già decisamente saturi di questo pop melodico dance che appiattisce tutto e fa sembrare la serata un disco incantato. E anche la Finlandia con Ich komme, cantata da Erika Vikman, che ci da solo il colpo di grazia finale.
La favorita Austria
I bookmaker danno il giovane JJ come ultrafavorito alla vittoria finale con la sua Wasted Love, ma non è che lì per lì, ascoltando il pezzo, uno riesce a darsi una spiegazione del tutto plausibile. Si, il brano ha una certa complessità ed è interpretato con la giusta spregiudicatezza, con quel ritornello operistico che, ci sarà concesso, dalle nostre parti, senza bisogno di sciorinare nomi, è roba già ampiamente sentita. Detto ciò, da apprezzare tutta la costruzione del pezzo, ma serve concentrazione per godere di certi dettagli, se si becca in radio mentre si guida si skippa in scioltezza. Ma magari sabato in finale ci arriverà in tutta la sua potenza e non avremo l’istinto di abbassare il volume della tv.
Le esibizioni fuori gara dei Big Five
Esibizioni fuori competizione questa sera per Germania, Regno Unito e Francia, le altre tre nazioni dei Big Five, quei paesi automaticamente classificati alla finale (tra questi l’Italia). Baller, il brano dei tedeschi Abor & Tynna, tipico pop alla tedesca con marcia elettronica sullo sfondo e cantato particolarmente asettico, perlomeno riprende la propria tradizione musicale e, nonostante non sia un capolavoro, fa il suo. Piuttosto maluccio invece il Regno Unito, che non vince un ESC dal 1997, con il trio tutto femminile Remember Monday. Il piano parrebbe essere, a 25 anni dal primo scioglimento delle Spice Girls, riprovare la strada della girl band pop.
Ma il bubblegum pop di What the Hell Just Happened? non può coinvolgere nessuno sopra i dodici anni. Le Remember Monday poi, vestite da Winx, cantano con un’insensata gioia teatrale alla Grease che grida vendetta. Mette alla prova invece l’esibizione della Francia, Louane canta la sua Maman sotto una pioggia di sabbia, come se fosse incastrata in una clessidra, il brano non è esattamente allegrotto, diciamo che è una di quelle canzoni che se ti capita di ascoltare nel momento sbagliato, istintivamente pensi: «No, anche questa canzone non ci voleva».