Usa, studente condanna Israele nel discorso di laurea: l’università non gli rilascia il diploma


Durante il suo discorso di laurea ha condannato le atrocità che Israele sta commettendo nella Striscia di Gaza e ora l’università non gli sta rilasciando il diploma. È successo a Logan Rozos, studente universitario della Gallatin School of Individualized Study della NYU, che davanti ad studenti, parenti e professori, durante la cerimonia per la consegna dei diplomi, ha tenuto un discorso che evidentemente non è piaciuto all’istituto scolastico. «L’unica cosa che è appropriato dire in questo momento e a un gruppo così numeroso è che bisogna riconoscere le atrocità che stanno avvenendo in Palestina», ha detto Rozos, che ha poi condannato, per «dovere morale e politico», gli attacchi di Israele a Gaza, che hanno ucciso almeno 53 mila palestinesi nell’ultimo anno e mezzo.
Il discorso di Rozos durante la cerimonia di laurea
Nel suo discorso Rozos ha poi aggiunto che «Il genocidio attualmente in corso è sostenuto politicamente e militarmente dagli Stati Uniti, è pagato con i soldi delle nostre tasse ed è stato trasmesso in livestreaming sui nostri telefoni per gli ultimi 18 mesi. Oggi parlo a nome di tutte le persone di coscienza che sentono la ferita morale di queste atrocità». Parole che sono state accolte da uno scroscio di applausi da gran parte della platea. Ma non tutti hanno apprezzato il suo discorso. Sicuramente non lo ha fatto l’università che ha rilasciato una dichiarazione in cui «condanna fermamente la scelta di uno studente, di approfittare dell’occasione per esprimere le sue opinioni politiche personali». Per questo non è stato rilasciato il diploma a Rozos e, anzi, l’istituto ha fatto sapere di aver preso provvedimenti disciplinari.
Le linee guida dell’università
«Ha mentito sul discorso che avrebbe tenuto e ha violato l’impegno preso di rispettare le nostre regole. La NYU è profondamente dispiaciuta che il pubblico sia stato sottoposto a queste affermazioni e che questo momento sia stato rubato da qualcuno che ha abusato di un privilegio che gli era stato conferito», ha poi aggiunto l’università. Lo scorso agosto, la NYU ha aggiornato le sue linee guida di condotta e ha incluso parole com «sionista» tra gli esempi di discorso discriminatorio. Questo dopo che per mesi gli studenti della NYU e di altri campus universitari hanno manifestato in solidarietà con la Palestina. Non solo, l’università ha anche allontanato due professori, tacciati come «persone non grate» per aver accusato l’istituto di aver intensificato la repressione dei discorsi contro la guerra sotto la pressione di donatori, politici e organizzazioni pro-Israele.