I Pentastellati la difendono, i Dem sono freddi: la sentenza contro Todde e i primi scricchiolii nella sua maggioranza


La presidenza della Regione Sardegna è appesa a un filo. E c’è prudenza sul da farsi tra la maggioranza in Consiglio regionale. Il tribunale di Cagliari ha respinto il ricorso della presidente Alessandra Todde contro l’ordinanza-ingiunzione emessa dal Collegio regionale di garanzia elettorale della Corte d’appello, che sollevava presunte irregolarità nella rendicontazione delle spese relative alla campagna elettorale di febbraio 2024. La decisione del tribunale rischia ora di incrinare gli equilibri all’interno della maggioranza che sostiene Todde, aprendo la strada a un’eventuale uscita di scena anticipata della presidente. Per ora vige prudenza da tutte le parti, ma dietro le quinte cresce l’inquietudine.
L’esperimento del Campo largo
Alessandra Todde è presidente della Sardegna dal 20 marzo 2024. La sua elezione era stata elevata a “modello” per il centrosinistra, perché ha segnato la nascita di una nuova coalizione: il campo largo. La maxi alleanza che ha riunito forze politiche della stessa area, ma distanti, come Pd, Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi e Sinistra. Un modello che, pur tra alti e bassi, è stato riprodotto con successi e insuccessi in altre tornate elettorali, sia a livello regionale che locale. Sul piano nazionale ha mostrato meno tenuta, anche se ultimamente una compattezza sembra essersi trovata sulla politica estera. Così Todde, un anno fa, venne eletta non solo con il sostegno del Movimento 5 Stelle – il suo partito di origine – ma anche del Pd, Avd, DemoS, Psi, Fortza Paris, i Progressisti e vari movimenti di sinistra, come Orizzonte Comune e Sinistra Futura. Ora c’è da capire se quel fronte compatto reggerà anche di fronte alle decisioni arrivate dal tribunale di Cagliari.
La linea della prudenza
L’atmosfera, dopo la sentenza di primo grado, è tesa, anche se Todde ha già detto di voler fare appello. I democratici scelgono il silenzio. «Ci prendiamo tempo – dicono ad Open – per fare ulteriori e approfondite verifiche giuridiche». «Nelle prossime ore ci incontreremo per un confronto interno – fanno sapere i Progressisti – C’è fiducia nei confronti di Todde» ma «si tratta di una sentenza, quindi si è espresso un Tribunale. E noi come sempre, esprimiamo il massimo rispetto per il lavoro della magistratura». Prudenza? Chiediamo «Si». «E poi – aggiungono – il Consiglio regionale deve occuparsi il meno possibile di queste vicende e iniziare a lavorare per la Sardegna».
Piena fiducia
Piena fiducia è già stata annunciata dal Movimento 5 Stelle regionale: «Chi oggi grida allo scandalo e chiede dimissioni è lo stesso che per anni ha calpestato ogni regola e ignorato le sentenze quando non gli facevano comodo», commentano attaccando il centrodestra locale. Secondo i pentastellati isolani la sentenza di oggi non compromette la legislatura. «La questione legale in corso non è definitiva e solo alla fine si potrà esprimere una parola conclusiva – spiegano – Siamo certi che nei prossimi gradi di giudizio emergerà l’evidente sproporzione delle sanzioni, e che la verità ristabilirà ciò che oggi da destra cercano di distorcere per interessi politici».
Al fianco di Todde
La fiducia arriva anche da Avs: «Todde ha annunciato che ricorrerà ai tre gradi di giudizio e noi crediamo che abbia tutte le ragioni per farlo – spiegano – La sosteniamo in questo». Poi aggiungono: «Così come abbiamo sempre operato nei confronti degli altri, così come siamo sempre stati garantisti, lo saremo anche ora con la leader della nostra coalizione. Quindi piena fiducia a Todde». «Noi rispettiamo pienamente quanto deciso dalla magistratura» fanno sapere da Sinistra Futura, ma «siamo e restiamo al fianco di Alessandra Todde, con cui continuiamo a lavorare ogni giorno per il bene della Sardegna».